“E se smettessimo di fingere?” di Jonathan Franzen – Librini
Il recentissimo scritto E se smettessimo di fingere?, di Jonathan Franzen (ed. Einaudi, trad. Silvia Pareschi), è un “librino” per modo di dire.
Cioè sì, è un prodotto editoriale a forma di libro e a dimensioni ridotte, ma in origine non è nato per essere un piccolo saggio né un romanzo breve: è la pubblicazione su carta (in piccolo formato) di un articolo dedicato al tema del cambiamento climatico, corredato da un’intervista rilasciata da Franzen l’anno scorso a «Die Literarische Welt» e preceduto da una prefazione che contestualizza le circostanze in cui nacquero sia l’articolo, sia l’intervista. Quanto a Jonathan Franzen, si tratta naturalmente di QUEL Franzen, insomma quello che ha scritto Le correzioni (National Book Award 2002), quindi uno fra i più noti esponenti del cosiddetto “nuovo romanzo americano”, uno che i quotidiani ospitano volentieri per condividere il suo punto di vista su argomenti di attualità e di storia contemporanea.
La tesi di Franzen è che l’attenzione globale al climate change sia in un certo senso dannosa, per due ragioni.
La prima è che, considerando quali enormi cambiamenti l’umanità dovrebbe imporre al proprio stile di vita per arginare il fenomeno, e considerando che niente lascia pensare che l’umanità possa né voglia accettarli, quei cambiamenti, il climate change ormai non è più arginabile (cosa che soprattutto i politici democratici progressive non ammettono, pena la perdita di uno dei loro cavalli di battaglia) ed è inutile illudersi che lo sia.
La seconda ragione è che, continuando a concentrare attenzione e risorse su questo tema, se ne perdono di vista altri che permetterebbero, se non altro, di ritardare le conseguenze di quello che ci aspetta e di essere più preparati ad affrontarle, quando inevitabilmente arriveranno.
La prosa di Franzen è lucidissima, e per quel che mi riguarda è facile pensare che abbia ragione (un paio delle sue argomentazioni le avevo già pensate per conto mio, però lui di sicuro sa esprimerle meglio di quanto farei io). Comunque la si pensi su questo tema, consiglio caldamente la lettura di questo librino quantomeno per ampliare le proprie vedute e integrarle con quelle di chi è preoccupato, sì, ma in modo diverso da quello più comune.