Questo romanzo era nato come racconto lungo, da presentare a un concorso.
Poi ho invece deciso che non avrei partecipato, perché la documentazione e l’ideazione della trama si erano rivelate così appassionanti da prendermi la mano e spingermi nella direzione di una storia molto più ampia.
Così mi ritrovo con lo scenario di una fra le battaglie più disumane e sanguinarie della Prima Guerra Mondiale, a muovere tre personaggi legati dai sentimenti migliori al mondo e destinati a lottare contro l’incapacità umana di accettare la novità e il cambiamento.
Finalmente l'aeronave comparve. Viaggiava a poche centinaia di metri di quota. La chiglia metallica era rinforzata da fasce laterali color bronzo, e presentava paratie scorrevoli sui lati e sul fondo. Le eliche per la propulsione, a poppa e sulle fiancate, turbinavano senza sosta. Dall'interno, piloti ed equipaggio potevano osservare e fotografare il territorio sotto di loro attraverso larghi oblò di vetro. Tiranti e bloccaggi a morsa agganciavano la struttura a un pallone ovale, molto più grande, anch'esso rivestito da lastre metalliche protettive. Su di esso era dipinta l'effigie di una enorme croce, con le braccia più strette al centro e più larghe ai lati.
L'aeronave procedeva a velocità moderata. Arrivata all'altro capo della città, virò e tornò indietro. Ripeté la manovra più volte, finché puntò decisa verso Est e sparì al di là dei tetti e delle fortificazioni.
«Se la prendono comoda.» Blount sembrava spazientito. «Peccato che i francesi non abbiano aeronavi da combattimento, e nemmeno una contraerea decente. Servirebbe a ricacciargli in gola un po' di strafottenza.»
La donna fece un gesto di assenso, poi guardò l'orologio. «Meglio che torni al lavoro. La prego, gospodin Blount, trattenga la sua curiosità. Spiarci non è stato gentile, da parte sua.»
«Stia tranquilla» disse il giornalista. «Mi controllerò.» Davanti al silenzio che ebbe in risposta, si rese conto che le sue parole non suonavano troppo affidabili e abbozzò. «Non scherzavo, poco fa. È stato davvero un piacere rivederla.»
Lei trattenne un sorriso, ma non poté impedirsi di arrossire. «Dosvedanya, gospodin Blount.»