Licantropus (Werewolf by Night) – Fantascienza
Licantropus (titolo originale Werewolf by Night) è un film, per l’esattezza un mediometraggio vista la sua insolita durata di 52 minuti, che fa parte del Marvel Cinematic Universe. Diretto da Michael Giacchino, è stato distribuito direttamente in streaming su Disney+.
È un prodotto un po’ strambo, vuoi per la durata, vuoi per l’uso del bianco e nero, vuoi per gli omaggi al classico cinema horror, vuoi perché, sebbene faccia ufficialmente parte della fase 4 del MCU, al momento non è che si capisca benissimo come e dove si inserisce rispetto ad altre produzioni recenti. D’altra parte, non l’ha ordinato il medico che ogni singola produzione Marvel debba essere incasellata in una timeline precisa al millimetro, possiamo anche concederci un po’ di elasticità; in generale, poi, la fase 4 è più disomogenea delle precedenti, sembra sostanzialmente una raccolta di film stand-alone (con alcune eccezioni) destinati a porre le basi per qualcosa che arriverà in futuro – io personalmente spero che la serie Secret Invasion sia una pietra miliare di questo futuro, ma va’ a sapere.
La storia, in soldoni: un gruppo di cacciatori di mostri si raduna perché ciascuno di loro reclama il possesso della Gemma di Sangue, un artefatto magico. Per ottenerla, devono sconfiggersi l’un l’altro e, allo stesso tempo, dare la caccia a un mostro chiuso in una specie di giardino/cimitero.
Dicevo, il film è strambo, e di sicuro gli esperti di storia del cinema avranno storto il naso davanti a un bianco e nero che non porta con sé chissà quale maestria, e di fronte ad atmosfere horror e splatter che però sono annacquate dal solito tocco di umorismo Marvel. Io l’ho trovato un onesto prodotto di intrattenimento che offre la giusta dose di azione e introduce personaggi tratti dalla sezione horror (o giù di lì) dei fumetti Marvel in maniera apprezzabile.
Godibilissima l’interpretazione di Harriet Sansom Harris nel ruolo di Verusa, matrigna di Elsa Bloodstone (quest’ultima interpretata da Laura Donnelly, anche lei convincente, come già lo era stata in The Nevers, oltre che tremendamente somigliante a Krysten Ritter, per un attimo sono saltata sul divano pensando “cosa ci fa qui Jessica Jones?!?”). Tutto sommato, anche Gael Garcìa Bernal non mi è dispiaciuto nel ruolo di Jack Russell (però, santa pazienza, si potrà nominare un personaggio come una razza canina?). È un peccato, semmai, che di Man-Thing sia stata mooolto diminuita la carica tragica, in favore di un approccio più “alla Groot”, ma si tratta appunto di una produzione che non credo fosse proprio mai partita con le ambizioni autoriali della cui mancanza alcuni si lamentano.
Quindi sì, è bellino, tutto qua. A volte, non serve altro per trascorrere un’ora piacevole davanti alla tivù.