LE BIBLIOTECHE
Nel mondo di The Silent Force, grande importanza è attribuita ai monaci copisti che affollano le biblioteche e, pagina dopo pagina, ricopiano commentarii, cronache, poemi epici, libri sacri. Anche nei grandi edifici laici (regge, palazzi, accademie militari) c’è spesso una biblioteca, per piccola che sia. Possedere manoscritti è considerato un segno di cultura e civiltà, e intorno al commercio e alla copiatura di libri fiorisce un ricco mercato.
Shalimar avanzò nell’imponente biblioteca che fungeva da ufficio del Primo Consigliere. Socchiuse gli occhi davanti alla luce che proveniva dall’ampia vetrata di fronte a lei. Accanto a essa si trovava una fila di scrittoi, equipaggiati di pennini, pennelli, penne d’oca, bottiglie di inchiostri colorati, righelli. C’erano anche rotoli di pergamena e pile di fogli di carta, destinati ai rendiconti finanziari dell’Impero, dalle entrate fiscali più rilevati alle uscite più modeste. L’ufficiale compativa gli scribi imperiali, che d’inverno sopportavano imperterriti il freddo e gli spifferi dalla vetrata. Padre Kendall aveva deciso che, tra il rischio di un malanno e la certezza di rovinarsi gli occhi scrivendo a lume di candela, preferiva che avessero a disposizione la miglior fonte di luce possibile.
La scrivania del Primo Consigliere si trovava al centro della stanza. Era enorme, perché spesso veniva utilizzata come tavolo da riunioni per i ventuno Ministri Imperiali. Nel caso di udienze private come quella che attendeva il Comandante della Guardia, la lontananza fisica fra i due interlocutori creava anche una lontananza emotiva.
«Bentornata, Capitano Frost. Accomodatevi» disse il monaco, facendo segno a Shalimar di sedersi.
«Signore» fece lei, mettendosi sull’attenti e posandosi il palmo della mano sul lato sinistro del petto. Poi si adagiò sulla sedia e attese che l’uomo le prestasse attenzione. Le pareti della stanza erano coperte fino all’ultimo centimetro da libri di ogni dimensione, alcuni vecchi di secoli. Ogni volta che Shalimar le guardava, avvertiva un leggero senso di soffocamento.
[The Silent Force – romanzo inedito]