Tempesta – Icone
Tempesta (in originale Storm) è, a detta di chiunque, uno dei personaggi più iconici nella saga degli X-Men.
Generalmente, questa sua iconicità si spiega con un aspetto fisico singolare (alta, statuaria, capelli bianchi) abbinato ad abilità mutanti fra le più spettacolari e potenti (il controllo sugli elementi atmosferici). Punti deboli? Uno in particolare, una forma grave di claustrofobia dovuta a un trauma infantile. Io ho idea, però, che in realtà insieme alle caratteristiche di cui sopra ci sia un altro elemento importante: una forte evoluzione interiore del personaggio, che si manifesta anche all’esterno.
Tempesta, il cui vero nome è Ororo Munroe, inizia il suo viaggio nel cosmo mutante dalle profondità del Kenya, dove è venerata come una divinità dalle popolazioni locali. Nel momento in cui il professor Xavier la recluta per entrare nei nuovi X-Men, la donna si rende conto di non essere la dea che credeva, ma solo (si fa per dire) una mutante come ce ne sono a migliaia sul pianeta; ed è il desiderio di comprendere meglio la propria identità a convincerla ad abbandonare la sua terra natale. Durante la sua militanza, quindi, Ororo si affida quasi completamente agli X-Men più esperti di lei, in particolare a Xavier in quanto mentore dell’intera squadra, e a Ciclope in quanto comandante sul campo. In questa fase Tempesta è un personaggio quasi ingenuo: arriva dalle terre selvagge dell’Africa e deve imparare a conoscere l’Occidente con le sue regole, l’abbigliamento, i mezzi di trasporto.
L’apprendistato conduce Ororo a una rapida maturazione, tanto che la mutante kenyota sostituirà Ciclope alla guida degli X-Men per molto tempo e per giunta lo farà in un momento della sua vita in cui ha perso i suoi poteri atmosferici, ha attraversato una fase di acuta depressione e ne è uscita a prezzo di grande fatica. Inoltre Ororo ha costruito un rapporto quasi materno con la giovanissima recluta Kitty Pryde e, giunta a un punto della sua vita in cui la militanza negli X-Men le aveva imposto uno sforzo sempre maggiore per controllare le sue emozioni e i suoi poteri, ha deciso di abbandonare almeno in parte questo ossessivo autocontrollo, che le faceva perdere autenticità, e di simboleggiare questa crescita cambiando drasticamente look e sostituendo la fluente chioma argentea con una cresta punk. In seguito, Tempesta cambierà costumi e capigliature abbastanza spesso, decisa a manifestare la sua capacità di rimanere se stessa a prescindere dal suo aspetto, senza quindi volersi fossilizzare nell’uso di un unico look, come fanno invece altri supereroi meno mutevoli (ad esempio Spider-Man, Captain America, i Fantastic Four, oppure Wonder Woman e Batman volendo uscire dalla Marvel).
Naturalmente le caratteristiche fisiche rimangono invariate: la pelle nera e i capelli bianchi rendono il personaggio riconoscibile sempre e comunque. Ma è il contrasto fra la stabilità di questi elementi e la variabilità degli altri a rendere il personaggio iconico in un modo particolarmente originale.
P.S. La Tempesta migliore sullo schermo probabilmente non è né Halle Berry (prima trilogia cinematografica) né Alexandra Shipp (seconda trilogia), bensì Maya Glick, interprete del cortometraggio Rain, prodotto da Zane Films e palesemente ispirato ad alcune famose storie degli X-Men tra cui la celebre “Vitamorte”. Qua sotto puoi ammirarne il trailer, mentre il film completo è disponibile a questo link.