Scott & Bailey – Buddy Women
Scott & Bailey (2011-2016) è la serie tv che ha costituito il mio primo contatto con tre mondi nuovi: le produzioni televisive britanniche, i personaggi di Suranne Jones e le sceneggiature di Sally Wainwright. Le prime sono un patrimonio di storie e personaggi in cui intendo immergermi nei prossimi anni, la seconda è un mostro di talento che dà un valore aggiunto a ogni produzione in cui recita, la terza è l’incarnazione di ciò che vorrei da una persona che scrive film e serie tv.
Ho pensato “ma sì, proviamo questo Scott & Bailey” perché ero alla ricerca dell’ennesima serie poliziesca con donne protagoniste, insomma qualcosa sulla falsariga del buon vecchio Cagney & Lacey e del più recente Rizzoli & Isles. Dopo aver visto Deadloch, che è una variazione sul tema talmente stramba e irriverente da non temere rivali, non pensavo mi aspettasse chissà quale sorpresa, e invece mi sono trovata di fronte a una coppia di buddy women originale, simpatica e soprattutto realistica.
Janet Scott e Rachel Bailey sono donne di età diversa: la prima va per i cinquanta mentre la seconda si direbbe aver da poco superato la trentina, ed entrambe sono detective nella sezione Major Incident Team, in sostanza la Squadra Omicidi. Janet è in linea di massima una persona abbastanza quadrata, con la testa sulle spalle, mentre Rachel è un’impulsiva che spesso agisce (o parla) prima di pensare. Questo significa modi diversi di affrontare il lavoro, i rapporti sentimentali, la vita quotidiana e i colleghi, fra cui Gill Murray detta Godzilla, l’esigentissima detective a capo del dipartimento.
Specifico: “detta Godzilla”, alle sue spalle. La bellezza di questa serie è il suo realismo: poche colluttazioni e ancor meno conflitti a fuoco, in compenso abbondanza di situazioni imbarazzanti, indagini incasinate, frustrazioni, personaggi che sono un equilibrato mix di pregi e difetti. Sembra quasi che tutte le parti in causa (interpreti, sceneggiatori, produttori) si siano guardate in faccia e si siano dette: questa NON deve essere un’americanata. I colleghi del dipartimento non sono “una famiglia”: sono colleghi, punto. Questo significa che esiste una solidarietà di fondo tra di loro, per carità, ma non sono necessariamente tutti amici e/o tutti simpatici e/o tutti campioni di sensibilità, anzi ad alcuni sfuggono momenti di mediocrità che te li raccomando. Protagoniste comprese, e per esempio intendo che c’è chi mente sotto giuramento, roba che in un Chicago PD o in un CSI non vedremmo mai (se non per costruirci sopra una storyline melodrammatica di pentimenti e sensi di colpa).
Quindi, molto in sintesi: se per una volta ti va di allontanarti dai personaggi quasi perfetti delle crime series americane e tentare una coppia di buddy women che a volte vanno d’accordo, a volte litigano, a volte si fanno i dispetti, a volte bevono troppo e così via, Scott & Bailey (5 stagioni brevi, per un totale di appena 33 episodi) fa al caso tuo. Bonus aggiuntivi: due protagoniste (Suranne Jones e Lesley Sharp) molto brave, una sfilza di sceneggiature scattanti e credibili, e Amelia Bullmore che mentre interpretava Gill Murray doveva essere in stato di grazia, mai visto un comprimario così energico, così intenso, così accattivante.