Mice Templar, di Glass-Oeming-Santos – Fantasy
Mice Templar è una saga che parla di… topi fantasy! Scritta da Bryan J.L. Glass e disegnata da Michael Avon Oeming e Victor Santos, negli USA conta 39 fascicoli editi dalla Image Comics, poi raccolti in 5 volumi. In Italia, anni fa, è stato tradotto solo il primo di questi volumi dall’ormai defunta Magic Press (come sempre, viva il mercato dell’usato).
Mice Templar è la classica storia di formazione in cui un ragazzo deve addestrarsi sotto la guida di un mentore ed è destinato a far avverare un’antica profezia. Ci sono creature soprannaturali, magie, poteri, armi, battaglie, inganni e tradimenti, insomma un calderone in cui sta di tutto, da Re Artù a Star Wars, ma in un mondo animale che, oltre ai topi di cui fa parte il protagonista, comprende anche ratti, formiche, gatti, gufi, pesci e via dicendo. Le commistioni sono dichiarate, da un campo di battaglia chiamato Avalon a una divinità suprema di nome Wotan (cioè, per chi non lo sapesse, Odino).
Il protagonista si chiama Karic e diventerà un topo templare, anni e anni dopo che l’Ordine non esiste più e anzi c’è chi dubita sia mai esistito. A mandare avanti il giovane Karic è proprio la fede nelle antiche storie e nella speranza di un mondo migliore, dal momento che la vita dei topi è schiacciata dalla tirannia di un re malvagio.
Il fatto che i protagonisti di questo fumetto siano animaletti antropomorfi non toglie nulla alla drammaticità degli eventi e alla crudeltà di varie scene e personaggi: il sangue scorre a fiumi, tra cadaveri riversi al suolo e arti mozzati. I dialoghi sono brevi e vanno dritti al punto, Glass è uno di quegli sceneggiatori che si discostano dalla tradizione “verbosa” di certo fumetto americano e optano per uno stile essenziale. Quanto ai disegni, bisogna fare l’abitudine al tratto spigoloso di Oeming, mentre lo stile di Santos è più morbido: in entrambi i casi, la difficoltà maggiore è distinguere i vari personaggi, giacché i musi dei topi e dei ratti sono abbastanza simili gli uni agli altri. Ma basta prestare attenzione ad alcuni dettagli, come il vestiario, o la forma delle orecchie, o eventuali cicatrici, e ci si raccapezza in fretta.
Insomma, una bella variazione sul tema del fantasy classico. Bonus extra: tante copertine di grande impatto, che riescono ad ammantare di eroismo anche dei modesti topolini.