Locke & Key – Fantasy
Locke & Key è una serie tv a metà fra il teen drama e il paranormal-fantasy, con una spruzzata di horror, prodotta da Netflix e distribuita a partire dal 7 febbraio; la prima stagione presenta un totale di dieci episodi, una seconda stagione pare sia in fase di stesura.
Trama: la famiglia Locke si trasferisce in una cittadina del Massachussetts, nell’antica residenza di famiglia del padre Rendell, ucciso da uno squilibrato pochi mesi prima. L’esplorazione della nuova casa porterà i tre fratelli Tyler, Kinsey e Bode a scoprire delle chiavi magiche, ciascuna delle quali è in grado di modificare un determinato aspetto della realtà, e a scontrarsi con un’entità demoniaca che vuole impossessarsi delle chiavi; il tutto mentre cercano di adattarsi alla nuova scuola e alle nuove conoscenze del posto.
La serie mi è piaciuta, pur non ritenendola travolgente. Non posso fare paragoni con il fumetto originale della IDW Publishing (sceneggiato da Joe Hill – alias il figlio di Stephen King – e disegnato da Gabriel Rodriguez) perché non ho avuto modo di leggerlo, però della trasposizione televisiva ho apprezzato in particolar modo il ritmo appropriato con cui svelare la trama, senza partire subito in quarta ma dando ai personaggi il giusto tempo di svilupparsi e ai misteri il giusto modo di dipanarsi. L’idea delle chiavi magiche è davvero buona ed è un ottimo spunto per approfondire i protagonisti e le loro scelte, riguardo proprio all’uso di questa magia che improvvisamente si ritrovano in mano: da due adolescenti e un bambino possiamo aspettarci una gestione sensata delle opportunità a cui ora hanno accesso? Per carità, troveremo decisioni irrazionali ed eccessive, e questa parte funziona bene.
Spiace solo che ogni tanto si finisca per esagerare, cadendo nello stereotipo per cui se i personaggi sono molto giovani devono comportarsi da deficienti: ecco, lì non ci siamo (il quintetto che va a farsi un giro in una grotta sulla spiaggia poco prima dell’alta marea dovrebbe concorrere ai Darwin Award). Per fortuna procedendo verso gli ultimi episodi il tiro viene corretto sempre meglio, fino ad arrivare a un intrigante colpo di scena nell’ottava puntata, e alla proverbiale resa dei conti nelle ultime due (con abbondanza di sottotrame sospese e di nuove minacce pronte a colpire, in vista di una seconda stagione).
Appena accennato rispetto al plot principale, ma interessante perché non credo sia un tema frequente nelle serie tv a grande diffusione, è il fatto che uno dei personaggi, nell’indecisione fra due potenziali pretendenti, butti lì la possibilità di frequentare entrambi, quindi di avere una relazione poliamorosa; poi la proposta non va in porto perché uno degli altri si tira indietro, ma avere anche solo tirato fuori l’argomento senza pregiudizi né effetti scandalistici mi sembra degno di nota.
Nel cast, che personalmente trovo ben assortito, conferirei una menzione speciale a Jackson Robert Scott, il giovanissimo attore che interpreta Bode, il bambino di casa Locke: è davvero bravo e ispira una simpatia istintiva che permette (quasi sempre) di passare sopra ai frequenti eccessi di incoscienza del suo personaggio.
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