L’esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina
L’esercito di terracotta rinvenuto nei pressi di Xi’an, capoluogo della provincia cinese dello Shaanxi, ha sempre esercitato su di me un fascino speciale. Non tanto da volerne fare oggetto di studio, ma abbastanza da meravigliarmi di come il sepolcro di un imperatore (per l’esattezza di Qin Shi Huang, primo imperatore della Cina, vissuto nel 3° secolo a.C.) fosse stato allestito in maniera così incredibile.
Per questo, quando ho saputo che la mostra “L’esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina” sarebbe transitata anche da Milano, fra altre tappe italiane, ho preso i biglietti e trascinato la famiglia ad ammirarla. Mini-Velma ha commentato “questi cosi sono inquietanti”; io ho balbettato “ommioddio che roba” quasi tutto il tempo.
Un tempo limitato, peraltro: in un’oretta si gira tutta la mostra, a meno di non voler prenotare la visita guidata che dura 90 minuti. Noi abbiamo preferito arrangiarci da soli e procedere con il nostro ritmo, affidandoci a didascalie e pannelli esplicativi che per fortuna erano ben scritti e fornivano la giusta quantità di informazioni e aneddoti, senza essere troppo pesanti né troppo superficiali. Le riproduzioni in mostra (giacché di riproduzioni si tratta, però costruite e trattate con gli stessi identici materiali e le stesse identiche tecniche di 2000 anni fa) secondo me sono spettacolari e le luci soffuse dell’allestimento contribuiscono a creare suggestione… forse anche troppa, è un po’ antipatico muoversi per le sale in un ambiente così scuro, ma presumo che ci siano anche ragioni tecniche dietro questa scelta e che i materiali siano fotosensibili.
La mostra espone una serie di pezzi e spiega come venivano realizzate e poi montate le varie parti di ogni statua (testa, busto, braccia…). Vi sono statue di fanti, arcieri, cavalli, ufficiali, e anche riproduzioni di armi di ogni tipo. La parte più suggestiva è sicuramente l’ultima sala, in cui è stata riprodotta una parte di una delle stanze che costituiscono l’immensa necropoli in cui Qin Shi Huang è stato sepolto: due carri con cavalli, qualche decina di ufficiali di vario rango, un centinaio abbondante di soldati di terracotta. L’insieme ha un aspetto solenne, quasi mistico – o, almeno, su di me ha avuto questo effetto. La cosa pazzesca è che gli scavi nel sito archeologico di Xi’an sono ben lungi dall’essere completati, ma gli studiosi stimano che in totale ci siano qualcosa come 8.000 statue.
Un dettaglio interessante: a quanto pare, la ragione per cui Qin Shi Huang aveva ordinato, fin da quando era all’inizio del suo disegno di conquista, che venisse realizzato questo immenso esercito di terracotta, era non solo dare a un imperatore una sepoltura fuori dall’ordinario, ma anche fornirgli una moltitudine di guerrieri (OT-TO-MI-LA, mica pizza e fichi) pronti a combattere per lui nell’aldilà, dove gli spiriti dei suoi numerosi nemici lo avrebbero cercato per vendicarsi. In effetti non si contano le persone che ha ucciso, giustiziato, torturato, tradito, incarcerato… vedi un po’: a fare il prepotente, prima o poi ti rendi conto di quanta gente vorrebbe fartela pagare.
Prima dell’uscita è ovviamente collocato lo shop, dove si possono acquistare stampe, tazze, statuine, eccetera. Io ho comprato il catalogo della mostra, molto ben fatto (anche se purtroppo non contiene tutti i testi che corredano l’esposizione) e alcuni segnalibri. La mostra è allestita presso la Fabbrica del Vapore, accanto al Cimitero Monumentale, e vi resterà fino al 9 febbraio. Te la consiglio vivamente; biglietti acquistabili online via Ticketmaster.