Avengers: Endgame – Fantasy
Avengers: Endgame è uscito al cinema da pochi giorni e sta già diventando un fenomeno di proporzioni ciclopiche. L’hype terrestre-globale-mondiale per questo film è alle stelle, Endgame sbriciolerà non so quanti record di incassi e rimarrà sugli schermi per una marea di tempo, garantito.
E allora, guarda un po’, ho deciso che oggi me la tiro. Più del solito, intendo.
Avevo una decina d’anni quando ho letto i miei primi fumetti Marvel, importati in Italia dalla Corno. Non impazzivo per Hulk e Spider-Man, amavo Devil e Thor, mi piacevano i Fantastici Quattro, Capitan America, i Vendicatori, i Difensori, Iron Man, gli X-Men. Era più difficile scovare quelli della DC, ma qualcosina avevo rimediato anche lì (soprattutto Batman).
Avevo una ventina d’anni quando li ho riscoperti nelle loro nuove edizioni italiane (sia Marvel, sia DC, sia di altri editori che si sarebbero aggiunti col tempo), albi innumerevoli che da allora ho collezionato e letto senza sosta, certe maratone di lettura che andavano avanti per ore (poi ci ho perso un po’ la mano ma, adesso che Mini-Velma è cresciuta, sto recuperando di gran carriera).
Avevo ventisei anni quando mi sono laureata con lode scrivendoci una tesi di trecentocinquanta pagine, sui supereroi e sulle scene di conflitto nei loro albi, sotto la guida degli insegnanti più autorevoli e capaci nel settore. Stimo tuttora di essere fra le persone più competenti in Italia nell’ambito del fumetto supereroistico, in particolare quello degli anni Ottanta e Novanta, da un punto di vista sia storico che analitico (almeno secondo determinati criteri di analisi).
Avevo trentacinque anni quando quella tesi è diventata un libro, regolarmente pubblicato con editore.
Ne avevo trentasei quando quel libro ha vinto un premio nazionale come miglior volume di saggistica italiana sul fumetto.
Per TUTTO quel tempo, prima durante e dopo, quindi parliamo di DECENNI e della maggioranza della mia vita, ho sentito ogni genere di critica e di sentenza su quei fumetti così “popolari” (mica il fumetto d’autore, eh, quello nobile), sulla loro presunta inconsistenza e incapacità di mettere insieme storie degne, sulla mia passione per “un genere infantile” (N.B. i fumetti non sono “un genere”, caproni!!!), sulla mia ostinazione a volerci vedere qualcosa di più, in termini di contenuti e temi e significati, rispetto a una superficie fatta di esplosioni e costumi sgargianti. Ogni santa volta doversi difendere, dover precisare, doversi sforzare di far capire.
Bene. OGGI, oggi che finalmente computer grafica ed effetti speciali permettono di trasferire fino in fondo sullo schermo la magia fino ad ora rimasta sulla carta, oggi mezzo mondo sbava davanti a quelle esplosioni, a quei costumi sgargianti e (se ne renda conto oppure no) a tutto ciò che di più significativo e importante ci sta sotto, a quella superficie.
OGGI sento dire “Eeeh, in effetti”, “Mah, bisogna ammettere”, “Sai, a dire il vero”.
OGGI, dannazione, insieme agli Avengers vinco anche io.
EDIT: ho sostituito il vecchio video di YouTube con uno nuovo, messo online qualche mese dopo la pubblicazione di questo post. La qualità è decisamente migliore. Avvertenza: molti browser non permettono di vedere in automatico i video di YouTube inseriti nel blog. Per leggere questo post nella sua interezza, devi sbloccarli modificando le impostazioni del tuo browser.