Via col vento

Ho letto da qualche parte che Via col vento, il celeberrimo romanzo di Margaret Mitchell, è uscito il 30 giugno del 1936 – dunque l’anno prossimo saranno passati 80 anni tondi.

30-06-2015-BCome (credo) il 90% della popolazione mondiale, non l’ho mai letto ma ho visto più volte il film. E credo che Via col Vento sia stato il primo film in cui ho conosciuto una protagonista egocentrica, capricciosa, arrogante, viziata e calcolatrice, di cui però volevo seguire la storia fino alla fine. La ricordo come una sensazione simile a quella che mi colse quando, da ragazzina, lessi per la prima volta L’uomo del Bengala di Gino D’Antonio e Guido Buzzelli e rimasi turbata ma incuriosita dalla tigre che, nelle prime pagine del fumetto, si dichiara fiera di essere una creatura sanguinaria e crudele.

Ricordo anche quanto mi avesse turbata la scena in cui Rossella O’Hara fugge a gambe levate dall’ospedale da campo dei Sudisti, disgustata dallo spettacolo orribile che si para sotto i suoi occhi dopo una battaglia. Quella dimostrazione di fragilità e disperazione si adattava decisamente male all’ideale di eroina tutta d’un pezzo cui ero abituata.

Adesso mi è naturale considerare intriganti i personaggi dotati di ombre e sfaccettature negative, insomma antieroi, bad-ass, dark lady e affini. La me stessa di trent’anni fa o anche più aveva fatto una certa fatica ad accettare il loro fascino, la me stessa di adesso ne sta costruendo uno che quanto ad arroganza ed egocentrismo fa sembrare Rossella O’Hara una crocerossina.

Starò mica esagerando?   🙂

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