Un weekend allo Scrivere Festival

Ho passato lo scorso weekend a Macerata, in quanto iscritta allo Scrivere Festival organizzato dalla Confesercenti appunto di Macerata con l’imprescindibile collaborazione di Christina Assouad e Jonathan Arpetti. Esperienza molto positiva, ambiente familiare, evento ben organizzato: sono stata proprio bene.

Su dieci professionisti del settore presenti, avevo prenotato sette speed-date con editor e agenti letterari (ciascuno della durata di 10 minuti). Gli altri tre li avevo scartati sulla base di una serie di ragionamenti: quantità di tremarella mia, tipologia di autori rappresentati, comodità geografica per un eventuale contatto futuro anche a prescindere dal festival, ecc.

Ho incontrato persone gentili, costruttive, precise nel fare domande e nell’esporre dubbi. Davvero un’esperienza ottima, al di là di come ciascuno valuterà i materiali che ho lasciato in visione. Agli amici wannabe writer: se da qui a un annetto avrete qualcosa da proporre in giro, è un festival che consiglio caldamente. Potete tenerlo d’occhio e farvi un’idea anche dalla pagina Facebook.

12-06-2018-bAdesso mi considero in ferie almeno fino a domani sera (mi tiravo dietro una bella stanchezza, dopo mesi passati a scrivere e revisionare a tamburo battente, in più casa mia è ridotta a un accampamento visigoto), ma da giovedì riprendo a scrivere. Devo solo decidere a cosa dedicarmi fra i vari testi incompleti che ho nel PC, e di cui mi sono ripromessa di finire una parte consistente quest’anno. C’è l’imbarazzo della scelta: fantasy, steampunk, favola impegnata, quella-cosa-stramba-che-non-si-capisce, ecc. Se mi fermo perdo lo slancio.

Prima, però, ho pensato di annotare alcune frasi o domande, le più significative che ho trattenuto dagli speed-date con editor e agenti. Ogni colloquio mi ha lasciato uno spunto di riflessione, un dettaglio da approfondire per la prossima volta in cui mi capiterà di dovermi proporre: studia e impara! Li scrivo qui senza nomi e cognomi, perché non sono quelli a contare: sono i contenuti. Magari servono anche a qualcun altro.

1.  “Mi hai spiegato le ragioni per cui hai preferito ambientare la storia in un luogo fittizio invece che in una città esistente: sono ragioni che comprendo, e fin qui ci siamo. Ma sei certa di aver caratterizzato a sufficienza questo luogo immaginario, in modo che sia concreto nella mente del lettore, che non rimanga impalpabile?”

Lezione: pensa a ogni minimo dettaglio, non solo su storia e personaggi, ma anche sugli elementi – in apparenza – più di contorno. Location, periodo storico, tempistiche, spostamenti. I dettagli e la coerenza costruiscono il mondo.

Esame di coscienza: mi ero posta il problema? Sì, e ci avevo lavorato. Spero abbastanza.

2.  “Dei due romanzi che mi proponi, preferirei che tu mi parlassi di quello più mainstream. L’altro appartiene  a un genere che in libreria inizia ad arrancare, non è nel suo momento migliore e in questo momento non ho davvero la possibilità di prenderlo in considerazione.”

Lezione:  non studiare solo l’editore (che nel suo catalogo romanzi di quel genere può averne, ma bisogna vedere a quando risalgono); studia anche il mercato. Mia opinione: se hai due romanzi per le mani e, a parità di tuo interesse, uno dei due ha delle chance in più dal punto di vista commerciale, conviene partire da quello; se invece c’è una differenza sostanziale di interesse da parte tua nello scrivere l’uno invece dell’altro, e se la tua priorità è divertirti/appassionarti e non pubblicare/vendere, allora scrivi quello che ami di più (il mercato può aspettare).

Esame di coscienza: l’avevo studiato, il mercato? No. Solo l’editore. Male, Velma, la prossima volta devi applicarti di più.

 12-06-2018-c3.  “Nel momento in cui ti presenti a me proponendomi romanzi con queste tematiche, sfondi una porta aperta; nel nostro catalogo ci occupiamo spesso di questi argomenti.”

Lezione: studia bene i siti degli editori, i temi e i generi su cui insistono. Magari ce n’è uno che sembra fatto apposta per te (o più di uno).

Esame di coscienza: avevo studiato il catalogo di ogni editore? Sì, l’avevo fatto. Pacca sulla spalla.

 4.  “Quindi, a tuo avviso, lo stile è uno dei punti di forza del romanzo? È riconoscibile, ha una voce tutta sua?”

“Sì. Assolutamente sì.”

[Precisazione: in quel momento, per ragioni che non sto a spiegare, stavamo parlando del libro di un’altra persona, non è che me la tiro da sola con il mio stile.]

Lezione: ci sono editori (soprattutto quelli con un catalogo fortemente caratterizzato) per cui lo stile è un elemento fondamentale, più che per altri.

Esame di coscienza: avevo pensato a questo aspetto? No. Male, Velma, molto male. Era l’uovo di Colombo.

 5.  “Hai dato una buona presentazione dei tuoi due romanzi; ma soprattutto, bisogna capire se come taglio e argomenti sono adatti alla nostra casa editrice.”

Lezione: la coerenza con il catalogo dell’editore, la coerenza con il catalogo dell’editore, la coerenza con il catalogo dell’editore.

Esame di coscienza: ci avevo pensato? Sì, ma ho avuto la sensazione che sia un fattore di importanza capitale, mentre io gli avevo attribuito un’importanza “solo” notevole.

 12-06-2018-d6.  “La editor con cui hai parlato ieri ha ragione, questo genere al momento è in discesa. Però, da come mi hai presentato la storia, potrebbe anche non appartenere in modo così netto a quel genere. Se hai approfondito a sufficienza elementi come la psicologia dei personaggi e certi temi, magari a guardarla con un occhio più neutro potrebbe avere una sua spendibilità in altre direzioni.”

Lezione: attenta ad appiccicare le etichette. A volte sono necessarie e ti aiutano a rimanere in certi binari, che in quel momento sono comodi. Però, ogni tanto, fai un passo indietro e riesamina tutto da una prospettiva diversa (alla peggio, l’occhio di un’altra persona).

Esame di coscienza: lo avevo fatto, questo ragionamento? No. Tenere presente in futuro.

 7.  [con un sorrisone]  “Da come me lo hai presentato, sarebbe perfetto per una serie tv!”

Lezione: ormai i riferimenti sono multimediali, non solo letterari. Si parla, e a volte si trova un terreno comune, in termini di spettacoli teatrali, film, serie tv, games.

Esame di coscienza: ci avevo pensato? Altroché. Infatti questo l’ho preso come un gran complimento e sono uscita da lì saltellando. Coraggio, Velma, almeno qualche ciambella è riuscita con il buco.

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