Pillole di Follett – Citazioni 2

25-06-2015-BL’altro giorno, sistemando delle riviste a casa di mia mamma, mi capita in mano un vecchio numero di Io Donna, supplemento del Corriere della Sera, con copertina dedicata a Ken Follett e un’intervista di tre pagine all’interno. La leggo.

Scopro così che:

I thriller di Ken Follett sono seguiti da un ampio parco lettrici, altrimenti questo autore non troverebbe posto su un settimanale che si chiama Io Donna (sempre che le mega-saghe di Follett possano chiamarsi thriller).

La cruna dell’ago (1978), che avevo molto apprezzato, è il primo dei suoi libri ad essersi fregiato del titolo di best-seller.

Follett ammette di essere perfettamente soddisfatto (non solo da un punto di vista economico) nello scrivere narrativa di genere e di non essere interessato a cimentarsi nella ricerca linguistica o nell’impegno sociale.

Non è mai riuscito ad appassionarsi a Tolkien (sigh).

Non nega il lato economico della sua professione e scherza bonariamente sul fatto che E.L. James, con le 50 sfumature, abbia guadagnato non solo più di lui, ma anche di Dan Brown e J.K. Rowling.

Lo affascinano “le decisioni che prendiamo perché vogliamo bene a una persona”. Questo mi ha dato da pensare, perché nel romanzo che sto tentando di scrivere, c’è un personaggio che sembra l’incarnazione di questa frase. Lo prendo come un segno di incoraggiamento.