
Marada la lupa è una graphic novel scritta da Chris Claremont e disegnata da John Bolton. Uscì nel 1990 negli Stati Uniti nella collana Marvel Graphic Novel e in Italia, per Comic Art, un paio d’anni dopo.
Nel 1991, Claremont avrebbe abbandonato le testate Marvel del cosiddetto universo mutante, che seguiva da circa 25 anni. Aveva riscontrato divergenze creative con i vertici della casa editrice, alcune idee per il futuro dei mutanti gli erano state bocciate. In più, altri autori lavoravano sugli stessi personaggi (specialmente Wolverine) in modo incoerente con la storia che di quei personaggi Claremont aveva narrato. Mi chiedo se anche per questo, a un certo punto, l’autore decise di dedicarsi a un progetto collaterale come Marada the She-Wolf. Una storia di breve serialità (tre episodi in tutto), un personaggio nuovo, un mondo heroic fantasy (anche se in teoria le storie si svolgono in varie zone dell’Impero Romano) dove scorrazzano stregoni e demoni. Non a caso la trama, in un primo momento, avrebbe dovuto riguardare Red Sonja e quindi l’universo narrativo di Conan il Barbaro.
Marada è una guerriera molto nota nelle terre intorno al Mediterraneo, tutti la chiamano “la Lupa” proprio per la sua abilità e la sua ferocia in battaglia. Ma, all’inizio della storia, è una donna spezzata dentro e fuori. Ha incontrato un nemico più forte di lei, che l’ha umiliata e le ha usato violenza, e adesso non è più la stessa persona di prima. Curata e accolta nella casa di Donal Mac Llyanllwyr, signore della fortezza di Ashandriar, Marada rinnega la sua vera identità finché proprio il suo nemico uccide Donal, e poi rapisce e teletrasporta lontano Arianrhod, la figlia di Donal stesso. Solo a quel punto, per salvare la ragazza, la guerriera torna se stessa e trova la forza di perseguire la sua vendetta.
Marada la lupa è uno dei fumetti che ho più apprezzato in vita mia. Amo la scioltezza con cui Claremont gestisce personaggi femminili forti e volitivi, in un periodo (l’inizio degli anni Novanta) in cui la cosa non era scontata come oggi. L’autore aveva già ampiamente dimostrato questo suo talento nelle storie degli X-Men: in questi pochi episodi di Marada infonde lo stesso spirito, e questo vale per la protagonista come per le comprimarie. Anche il legame putativo madre–figlia che si sviluppa fra Marada e Arianrhod è intenso e commovente (e simile a quello instaurato fra Tempesta e Shadowcat negli X-Men). E poi le tavole disegnate da John Bolton sono superbe, ciascuna sembra quasi un dipinto. A farne le spese è la dinamicità delle scene di azione, ma si tratta di un prezzo che io personalmente pago volentieri per ammirare panorami, anatomie, abiti e creature fantastiche così vivide e tridimensionali.
“Sì però parli sempre di fumetti vecchi, ormai fuori commercio!” diranno i miei venticinque lettori. No problem: diverse copie dell’albo compaiono in vendita a prezzi super-economici su ebay o altre piattaforme online. E Marada la lupa vale ogni centesimo speso.