Il librino di oggi è: L’incontro, di Michela Murgia, ed. RCS Quotidiani, 64 pagine (una versione ampliata è stata poi pubblicata da Einaudi).
Qualche tempo fa stavo frugando nella libreria di mia madre e ho pescato, ammucchiati in un angolo, dei libercoli piccini picciò: fanno parte di una collana del Corriere Della Sera intitolata Inediti d’Autore. Mia madre non è una collezionista (saggia donna, a differenza della sottoscritta che per somma disgrazia c’ha la parola “collezione” tatuata in fronte) e ne aveva acquistati solo alcuni, fra cui questo L’incontro di Michela Murgia.
«Mamma, prendo in prestito questo librino, va bene?»
«Basta che poi ti ricordi di restituirmelo.»
«Ceeerto!»
Sì, è stata appropriazione indebita (a dire il vero, in cambio le ho regalato un mattonazzo di Margaret Atwood con cui potrebbe andare avanti per mesi). Però dopo l’indimenticabile Accabadora e l’inquietante Chirù, avevo proprio voglia di una nuova lettura firmata Murgia.
Non sono rimasta delusa. L’aspetto che ho trovato più gradevole, al di là della trama in quanto tale, è il modo in cui è descritto il paese di Crabas (luogo di nascita dell’autrice), con il suo misto di abitudini, contatti generazionali, riti di passaggio, piccole e grandi rivalità. Un gioco per strada, una storia di fantasmi raccontata sull’uscio di casa, un litigio tra ragazzini, una consuetudine vecchia di decenni.
Quando calava il sole, i vecchi uscivano dalle loro case come lumache dopo la pioggia, trascinando con sé delle piccole sedie basse con la seduta di paglia. Quel popolo della sera sembrava seguire scie invisibili agli occhi dei bambini della via. Andiamo a prendere il fresco, dicevano, quasi il fresco fosse un pesce da afferrare con le mani lungo il fiume sterrato della strada.
Solo che a volte le abitudini sono talmente radicate, e i rapporti fra compaesani talmente irrigiditi, che anche una sciocchezza può causare un disastro. E allora serve qualcuno che dica “il re è nudo” e che tiri un colpo d’accetta, come Alessandro Magno con il nodo di Gordio.
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Librini è una rubrica che si occupa di racconti, o romanzi brevi, che trasmettono molto anche se di spazio ne occupano poco. Ce ne sono di famosissimi e di semisconosciuti.