Letture di Novembre 2022

Le vie del senso, dettaglio della copertina
Le vie del senso, dettaglio della copertina

Strane letture, quelle di questo mese, o meglio strani abbinamenti: libri diversissimi gli uni dagli altri per genere, stile, mole e quant’altro.

Letture del fantastico di questo novembre

Sul fronte del fantasy e della fantascienza, tre titoli interessanti: anzitutto il distopico per ragazzi Dastan verso il mare, dell’eclettica Laura Scaramozzino, pubblicato dalle Edizioni Piuma; poi il primo volume della trilogia degli Hunger Games, di Suzanne Collins (edito in lingua originale da Scholastic); e un fumetto fantasy di rara bellezza come Marada la lupa, di Chris Claremont e John Bolton (ed. Comic Art). C’è stato anche un nuovo ingresso per la rubrica dei “Librini”, ovvero Il gallo d’oro dell’autore messicano Juan Rulfo (ed. Einaudi), che mi ha mooolto colpita.

Le notti bianche, di Fedor DostoevskijÈ rimasto spazio (e tempo) per poco altro, che vado prontamente a riferire. Anzitutto un veloce abboccamento con Fëdor Dostoevskij grazie al racconto lungo Le notti bianche, in un volumetto delle Edizioni San Paolo. È una storia basata sullo schema classico della sorpresa finale: ti faccio credere che la vicenda vada in una certa direzione, invece alla fine succede una cosa diversa. La particolarità del racconto è che, invece di trovarci delusi da un finale che non è quello in cui speravamo, tuttavia l’autore ci prende per mano e ci porta a fare poche, brevi considerazioni che ribaltano (di nuovo) la nostra sensazione. Un commiato agrodolce, che consente di trovare gioia nella rassegnazione, e amarezza nella felicità altrui. Ma tutto coesiste senza forzature.

Le vie del senso, di Annamaria TestaPoi c’è stato un nuovo saggio di Annamaria Testa, dal titolo Le vie del senso. Come dire cose opposte con le stesse parole, edito da Garzanti. Nuovo per modo di dire, perché si tratta di una riedizione di un testo uscito nel 2004, quando, per citare l’autrice, “navigare in rete era come farsi un giro al bar di Guerre Stellari. Si trattava di un luogo sgangherato e rumoroso”. Adesso la situazione di internet si è stabilizzata, almeno dal punto di vista delle regole della comunicazione, quindi era il caso di ri-editare questo libro che parla di come l’uso accorto di parole, simboli, forme, colori e contesti generi effetti di senso variabilissimi; anche in rete. Il filo conduttore del testo è una frase semplicissima: “Bella giornata oggi”. L’interesse sta nel capire, con dovizia di esempi, come basti poco per modificare e talvolta sovvertire il significato della frase. Divertente e istruttivo.

I love shopping, di Sophie KinsellaE infine, a proposito di divertente, l’ultimo libro del mese è stato I love shopping, di Sophie Kinsella, edito da Mondadori. Ormai questo libro ha i suoi anni, e io avevo letto volentieri altre cose della stessa autrice ma nessun romanzo della serie I love shopping di cui questo è il capostipite, nonché il bestseller che ha lanciato la carriera di Kinsella. Così, visto che i chick-lit mi divertono e mi rilassano (guardacaso, l’unico romanzo che io abbia mai pubblicato – per ora – è un chick-lit), ho pensato che fosse giunto il momento… e non mi è piaciuto. Cioè, no, chiariamo: la trama è solida, il punto di svolta (quello che prende l’avvio dai vicini di casa truffati) regge benissimo, idem tutto ciò che segue… ma non sono riuscita a provare nessuna empatia con la protagonista Becky, anzi una parte di me continuava a ripetere “questa è una deficiente”.

Temo sia arcinoto che le protagoniste dei chick-lit abbiano sempre una serie di questioni interiori da sistemare, una montagna di debolezze che causano loro un sacco di problemi. Ma il livello a cui si ritrova Becky, e soprattutto il fatto che questa ragazza riesca a peggiorare la sua situazione nei modi più patetici, è da ricovero. Ora, se lo scopo dell’autrice era far affiorare nel lettore la consapevolezza di quanto sia grave la situazione di Becky senza che lei se ne renda conto, e quindi mescolare il serio con il faceto, secondo me ci è riuscita solo in uno specifico punto della storia (il giro ai grandi magazzini che poi si conclude senza acquisti per via della carta di credito bloccata), lì il meccanismo funziona in modo magistrale.

I love shopping: dettaglio della copertina dell'edizione francese

Per capirci, Becky è equiparata a tutti gli effetti a una tossicodipendente e l’analogia funziona, ma funziona proprio che è una meraviglia! Nel resto del romanzo, invece, soprattutto in tutta la prima parte, cioè prima del punto di svolta, mi dispiace enormemente ma secondo me Becky passa da cretina e basta, il che mi ha tolto gran parte del gusto della lettura… anche se ovviamente ci sono tante scene esilaranti che il sorriso me lo hanno strappato.

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