
Le Streghe (di Dahl) letto a rotta di collo, gli altri libri con più calma: in ogni caso, un po’ di vacanze e un po’ di giornate fredde da trascorrere a casa hanno favorito la lettura in generale. E poi dovevo recuperare tanti di quei libri rimasti lì ad aspettarmi, che mi ci sono messa d’impegno. Di alcuni ho parlato singolarmente: per l’esattezza ci sono stati la saga a fumetti Mice Templar (testi di Bryan J.L. Glass, disegni di Michael Avon Oeming e Victor Santos); il bellissimo urban fantasy The Sudden Appearance of Hope, di Claire North; il romanzo di fantascienza Ancillary – Mercy, di Ann Leckie; e il “librino” Piccole cose da nulla, di Claire Keegan.
Passando alle letture non di genere e non “librini”, ho iniziato appunto con Le Streghe di Roald Dahl (adesso è edito da Salani, ma io l’ho letto in una vecchia edizione SuperPocket Mondadori), per un motivo contingente: mercoledì 3 gennaio avevo in programma di vedere a Londra il musical tratto da questo romanzo, che quindi ho letto in fretta e furia il primo e il secondo giorno dell’anno – non che sia stato un problema, visto quanto è breve. La mia prima esperienza con Dahl, ovvero con La fabbrica di cioccolato, non era andata benissimo: lo avevo trovato fantasioso ma anche didascalico e in certe parti moralista; invece Le Streghe mi è sembrato più brillante, finalizzato alla creazione di una storia dinamica e divertente senza troppo indulgere in stucchevoli suggerimenti pedagogici. Quindi l’ho letto in volata e con soddisfazione (e anche il musical è stato molto bello).
Un libro dall’argomento decisamente più intenso è stato Il cielo non ha catene, di Ruta Sepetys, edito da Garzanti. Parla della vita di un ragazzo rumeno nel 1989, l’ultimo anno della dittatura di Nicolae Ceaușescu. Cristian vive in un ambiente familiare dalla doppia anima: il nonno è un anticomunista convinto, che insegna al nipote valori come la libertà e la resistenza. La madre, invece, vive nel più completo terrore del regime, e per sopravvivere non conosce altra via che il silenzio e la sottomissione. Inoltre Cristian è anche amico del figlio di un diplomatico americano, al quale farà avere un diario in cui annota i suoi pensieri e descrive i soprusi che il popolo rumeno subisce. Il tutto si interseca con un interesse sentimentale e con la rivoluzione che porterà alla caduta di Ceaușescu. Romanzo apprezzabile: non un capolavoro, ma interessante come spaccato di storia recente e tragica.
Ogni tanto ficco il naso in qualche libro di cosiddetta attualità, talvolta con sfumature politiche. È per questo che ho provato La libertà che non libera, di Carlo Calenda (ed. La Nave di Teseo). Da come ne avevo sentito parlare, mi sembrava un libro che riflette sul concetto di limite (che infatti è menzionato nel sottotitolo) e sull’idea che in questo tempo storico sono tutti pronti a pretendere diritti e meno propensi ad accettare doveri. In effetti il clima generale del saggio è proprio questo: c’è una prima parte in cui si mettono in luce le ragioni dell’attuale crisi dell’Occidente, e una seconda parte in cui si propongono degli elementi importanti per tentare una rinascita, ad esempio moderazione, istruzione, competenza, selezione, diritti sociali e altri analoghi. L’ho trovata una lettura sensata, con ottimi spunti di ragionamento.
Infine un giallo per ragazzi, ovvero Il gioco dell’assassino di Sandra Scoppettone (ed. Piemme nella collana del Battello a Vapore), autrice americana di cui avevo già letto Happy Endings Are All Alike. Questo romanzo, che in originale si intitola Playing Murder, risale al 1985 ed era stato candidato all’Edgar Allan Poe Mystery Award, quindi avevo delle aspettative abbastanza alte. Forse, proprio per questo motivo non sono rimasta troppo entusiasta. Per carità, il meccanismo della storia gira come un orologio, c’è un assassino da scoprire e tanti potenziali sospettati, però non ho provato grande sintonia o immedesimazione nei personaggi. Più soddisfazione mi è arrivato dallo stile dell’autrice, sintetico, essenziale, con un bel ritmo soprattutto nelle parti dialogate e l’effetto di farti girare una pagina dietro l’altra.