
La Luna Che Uccide è un romanzo fantasy di N.K. Jemisin pubblicato in Italia da Fanucci nel 2014 (la pubblicazione in inglese, The Killing Moon, è del 2012) ed è il primo libro della dilogia del Dreamblood.
Credo di non essere la sola ad aver conosciuto questa autrice grazie alla Trilogia della Terra Spezzata, che ha avuto grande risonanza perché ciascuno dei romanzi che la compongono (La Quinta Stagione, Il Portale degli Obelischi e Il Cielo di Pietra) ha vinto il Premio Hugo, rispettivamente nel 2016, 2017 e 2018. Ho finito da non molto tempo di leggere questa trilogia e, sebbene nel suo complesso l’abbia trovata un’opera spaventosamente complessa, appassionante e matura, tuttavia se devo parlare in termini di scorrevolezza e mero gusto della lettura, allora La Luna Che Uccide mi è piaciuto di più. O meglio, mi è piaciuto almeno quanto La Quinta Stagione, che nell’intera saga della Terra Spezzata è il romanzo secondo me più spontaneo e più vivo dal punto di vista narrativo, senza le pesantezze del Portale degli Obelischi e soprattutto del Cielo di Pietra.
Non è che nella Luna Che Uccide manchino aspetti morali e forti prese di posizione su argomenti importanti, come la corruzione politica, le dipendenze da sostanze, il potere spirituale legato a doppio filo con il potere temporale, persino il tema dell’eutanasia; ma ogni considerazione, ogni commento, spetta al lettore che trova nei personaggi e negli eventi lo stimolo alla riflessione (e a trarre le sue conclusioni) in modo meno sfacciato, più spontaneo.
Il trittico dei protagonisti è ben amalgamato. Ehuru e Najiri sono due Raccoglitori (un veterano e un apprendista), ovvero sapienti che usano la Narcomanzia, una forma di potere mistico legato ai sogni, per spezzare in modo piacevole il legame fra anima e corpo in persone ormai prossime alla morte o che, per qualche motivo, è meglio affrontino la dipartita prima del tempo. Sunandi è invece una via di mezzo fra un’ambasciatrice e una spia, finita in mezzo a un’intricata serie di eventi che potrebbero far scoppiare una guerra fra due paesi vicini e collegata alla storia recente proprio di alcuni Raccoglitori.
Con il procedere della vicenda, fra i tre personaggi si instaurano rapporti destinati a diventare sempre più complessi, man mano che ciascuno riesce a comprendere le ragioni degli altri e che la trama politica alle loro spalle si fa più minacciosa. Ottimo che anche gli antagonisti siamo ben plasmati e abbiano motivi credibili per le loro scelte, spesso una sorta di “ragion di stato” abbastanza elaborata da risultare, in un certo senso, perfino condivisibile – almeno finché la si tiene separata da elementi concomitanti quali ambizione, desiderio di potere, sete di vendetta.
A giudicare dal finale, perfettamente chiuso, non credo che questo libro avesse l’ambizione di far parte di una serie. C’è però un secondo romanzo, Il Sole Oscurato, ambientato nello stesso mondo narrativo, che riprende alcuni personaggi della Luna Che Uccide. Ne parlerò nel prossimo post.