Ivanhoe & gli altri

I leoni di Sicilia, dettaglio della copertina
I leoni di Sicilia, dettaglio della copertina

Ivanhoe, ebbene sì! Proprio in un mese corto come febbraio, non mi sono dedicata (quasi per nulla) a libri corti e scattanti, bensì a discreti mattonazzi. Ma andiamo per ordine.

Letture già affrontate sul blog: La materia del cosmo, Camelot 3000. Bartleby lo scrivano.

Sul fronte della fantascienza, le letture sono partite con La materia del cosmo di Cixin Liu. Ho poi recuperato Camelot 3000 di Mike W. Barr e Brian Bolland, un vecchio fumetto a metà fra il fantasy e la fantascienza, che qualche ragione di interesse ce l’ha tutt’oggi. Infine, per la rubrica dei Librini ho scelto Bartleby lo scrivano di Herman Melville.

Ivanhoe di Walter ScottIvanhoe, di Walter Scott, l’ho voluto riprendere in mano dopo anni perché ne avevo un ricordo a dir poco nebuloso: male, visto che è considerato il primo romanzo storico mai esistito (ci sarebbero da fare alcuni distinguo ma, insomma, come concetto base siamo lì). Ho scelto l’edizione integrale Garzanti e, beh, che dire: lì dentro c’è il mondo! L’abbondanza di parti descrittive tradisce l’epoca della pubblicazione (1819) e rallenta il ritmo, ma c’è una tale abbondanza di personaggi, dialoghi, avventure, conflitti e ingiustizie, che scorre via molto meglio di quanto ricordassi. Ti accorgi di quanto la storia sia stata coinvolgente soprattutto nel finale, quando soffri per il personaggio di Rebecca e il suo destino inizia a sembrarti anche più importante rispetto a quello del cavaliere Ivanhoe: un misto di dolce e amaro che non so quanto Scott avesse previsto… ma di sicuro rende il libro davvero potente.

Nota personale: nella “Lettera dedicatoria” di Scott che precede il romanzo vero e proprio, vengono citate due tribù di nativi americani, i Mohawk e gli Irochesi. C’è voluto mezzo secondo perché, leggendo quei due nomi, la mia mente andasse a quel pazzesco romanzo di James Fenimore Cooper che è L’ultimo dei Mohicani: esiste in questa stessa collana tascabile Garzanti e prima o poi verrà il suo turno.

I delitti di Carnevale, di Gwen Bristow e Bruce ManningHo proseguito con un’altra rilettura: I delitti di Carnevale, di Gwen Bristow & Bruce Manning, pubblicato da Polillo Editore. L’avevo letto l’anno scorso nell’ambito di una collaborazione con un magazine online, ma come succede spesso in questi casi ero andata un po’ di corsa e non me l’ero goduto, così l’ho riletto. Che dire, è una via di mezzo tra un giallo deduttivo alla Sherlock Holmes (delitto in un luogo chiuso, all’interno del quale ci sono molti sospettati) e un police procedural in cui a svolgere le indagini non è una persona sola ma un’intera squadra.

La particolarità di questa crime story è che a collaborare assiduamente con la polizia, tanto da assurgere a protagonista della storia, è il fotografo di un quotidiano insieme a un collega giornalista: sembra quasi che i poliziotti siano loro, sanno tutto, vedono tutto, assistono agli interrogatori, vengono a conoscenza di arresti e perquisizioni. Mah! Il tutto ambientato sullo sfondo delle celebrazioni del Mardi Gras in quel di New Orleans, tra musica, maschere e carri allegorici. Una storia che non definirei appassionante a livelli stellari, ma piacevole per la classicità della struttura, la quantità di personaggi in gioco e il lento svelarsi di indizi e misteri.

Letture di un certo "peso": I leoni di Sicilia, di Stefania AuciIn chiusura di questo post di letture varie, un altro bel volumone è poi stato I leoni di Sicilia, di Stefania Auci, primo capitolo della saga dei Florio (Editrice Nord). Questo sì, appassionante, nel senso che le vicende della famiglia Florio, di origine calabrese ma poi trapiantata in Sicilia, mi hanno tenuta appiccicata alle pagine per tante ore. Mi è piaciuto il modo in cui in tanti protagonisti siano compresenti pulsioni nobili e meno nobili: c’è il duro lavoro e il desiderio di una vita migliore, ma con una smania di riscatto che si trasforma facilmente in rivalsa sociale, un legittimo orgoglio che tracima nella volontà di umiliare gli avversari. Interessante anche la descrizione del ruolo meno che marginale riservato alle donne, costrette quasi per legge di natura (dopotutto si parla dell’Ottocento) a rimanere sottomesse ai mariti in ogni minima scelta, spesso ricavandone una vita ricca di frustrazioni e rimpianti.

Meno male che la mia lista di lettura di marzo, da questo punto di vista, dovrebbe darmi maggiori soddisfazioni.  ^__^

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