“Il cacciatore di draghi” di J.R.R. Tolkien – Fantasy

Il cacciatore di draghi è un racconto lungo, di genere fiabesco e avventuroso, scritto da Tolkien nel 1949.

28-02-2022-BIo avevo acquistato a suo tempo l’edizione Rusconi (con la seconda traduzione, quella di Isabella Murro); adesso, però, come tutte le opere di Tolkien in Italia, questo libro è pubblicato da Bompiani (stessa traduzione, ma fortemente revisionata). Dico la verità: preferivo la vecchia copertina che aveva quell’aspetto un po’ più rustico, rispetto all’eleganza della cover più recente, perché appunto un aspetto rustico mi pare più adatto alla storia e alla sua atmosfera. Però c’è anche da dire che l’edizione Bompiani è zeppa di note esplicative, che a un topo di biblioteca come me piacciono sempre, e comprende non solo la prima stesura di Tolkien ma anche l’abbozzo di un seguito, che l’autore non completò mai. In più, la nuova copertina è tratta dalle illustrazioni di Pauline Baynes, che corredano l’opera e la rendono un libretto delizioso: in effetti, meritavano di essere valorizzate.

28-02-2022-CSi tratta di una storia semplice, quasi una fiaba, che contiene moltissimi elementi cari a Tolkien. Credo anzi di averla apprezzata più per questo, per il gusto di notare questi elementi fare capolino qua e là, che per la storia in quanto tale, che non è né complessa, né epica, né particolarmente appassionante. Vi si narra di come, in un regno lontano lontano e in un tempo antico, un agricoltore di nome Giles, armato della spada fatata Mordicoda, si sia scontrato più di una volta con un grande drago di nome Chrysophylax, ricavandone fama e ricchezze; in parte a discapito del re di quelle terre e dei suoi cavalieri, che invece non erano stati in grado di opporsi alle scorrerie del drago, a causa della loro inerzia e della loro vanità. Il titolo originale dell’opera era infatti Giles il contadino di Ham.

28-02-2022-DLa storia è narrata con ironia e con un sguardo benevolo sui vari personaggi. Il protagonista non è particolarmente forte o coraggioso, ma è dotato di buon senso ed è deciso a difendere la sua terra: non per grandi ideali o per desiderio di gloria, ma perché lui ci lavora, ha la sua casa e i suoi campi, e come sarebbe a dire che un drago la vorrebbe infestare? Giles ha un cane, Garm, che in teoria dovrebbe essere al suo fianco, in realtà è un fifone e pensa più a nascondersi che a battersi. Gli amici di Giles sono qualche volta solidali ma qualche volta anche invidiosi, e nemmeno loro di grande aiuto. Il re è come se non ci fosse, ma se non altro regala a Giles un’antica spada, senza sapere che si tratta della leggendaria Mordicoda, un’arma fatata che colpisce i draghi.

28-02-2022-EInsomma Giles diventa il simbolo della persona qualsiasi che deve mettersi in gioco, entrando in un mondo di avventura che non aveva mai conosciuto, ma sempre tenendo a mente che il suo desiderio più grande è tornare a casa e condurre una vita pacifica: una via di mezzo tra Bilbo, Frodo e Sam. Anche il drago Chrysophylax ricorda un po’ Smaug, quello dello Hobbit, con la sua sete di tesori da accumulare e custodire, ma in chiave molto meno drammatica. Il tutto scritto con uno stile semplice e bonario, che ricorda quello delle Lettere a Babbo Natale di cui avevo parlato in questo post. Non a caso il libro è illustrato, come già detto, da Pauline Baynes, che aveva scelto uno stile ispirato a quello dell’Arazzo di Bayeaux ed era stata molto apprezzata da Tolkien, il quale le aveva poi affidato le illustrazioni di altre sue opere.

F28-02-2022-Fra le opere minori del professore di Oxford, Il Cacciatore di Draghi è forse quella meno epica ma più vicina alla personalità pacifica e talvolta sorniona del suo autore. Consigliato a chi vuole conoscere il Tolkien più quotidiano, lo stesso del Fabbro di Wootton Major e delle poesie contenute nelle Avventure di Tom Bombadill.

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