Gli ultimi arrivati è un racconto di Lester Del Rey (ed. or. The Day Is Done, pubblicato su Astounding Science-Fiction nel maggio del 1939) ed è la mia terza tappa nell’Antologia Scolastica curata da Isaac Asimov. Si tratta di una storia delicata e intensa, che si dipana in un passato lontanissimo; eppure, appartiene al grande mondo della fantascienza.

Come mai? Perché fantascienza non vuol dire solo ambientazione futuristica, con astronavi, galassie e raggi laser, ma appunto fanta-scienza, cioè speculazione scientifica, opere di narrativa applicata alle tante scienze studiate dal genere umano. In questo caso direi la paleontologia, cioè la disciplina che studia gli esseri viventi che abitavano il nostro pianeta tante ere geologiche fa, e ancor meglio la paleoantropologia, ovvero la sotto-branca della paleologia che si concentra sui resti fossili degli ominidi.

Infatti, il protagonista degli Ultimi arrivati si chiama Hwoogh, è un ominide che si esprime a versi e a gesti, non sa parlare ma capisce – più o meno – le parole altrui. Dal confronto con la comprimaria Keyoda, che appartiene a un’altra specie, deduciamo inoltre  che Hwoogh non cammina in posizione eretta e non ha il pollice opponibile. Ma soprattutto, la storia ci racconta che Hwoogh è tristemente, disperatamente solo. L’unico rimasto della sua specie, estinta (anche) a causa degli ultimi arrivati, un popolo nuovo, formato da ominidi un po’ diversi, che parlano in continuazione (Hwoogh li chiama con malcelato disprezzo “i Parlatori”), costruiscono armi efficientissime e maltrattano lui, ormai vecchio e incapace di cacciare o di difendersi.

Ci sono, questo è vero, due Parlatori che con lui si comportano bene, gli offrono cibo e riparo. Ma la loro frequentazione mette ulteriormente in luce le differenze fra le due specie e quanto sia ineluttabile la fine solitaria che attende Hwoogh. In sostanza Gli ultimi arrivati, pur senza dichiararlo apertamente, mette in scena una storia che si ripete dagli albori dell’umanità: popolo tecnologicamente avanzato rimpiazza popolo tecnologicamente arretrato. Neanderthal versus Cro-Magnon. È un racconto amaro ma trascinante, scritto benissimo, senza moralismi spiccioli, che lascia al lettore l’incarico di fare tutte le considerazioni del caso.

Purtroppo, non è facilmente reperibile: l’ultima volta è stato ristampato nel 2006, con il titolo Il giorno è compiuto, sul n. 41 di Urania Collezione. Però, per chi mastica l’inglese, la versione originale The Day Is Done si può leggere a questo link. Aggiungo che la bibliografia di Lester Del Ray comprende parecchi romanzi e racconti: se sono tutti scritti così, vale la pena di recuperare il possibile!