
Ethnos è un gioco da tavolo del 2017, scritto da Paolo Mori e illustrato da John Howe, in cui eserciti composti da vari tipi di creature (maghi, elfi, tritoni, giganti, centauri eccetera) si sfidano per il controllo di un vasto territorio.
Ci ho giocato un paio di volte e beh, che dire, mi è piaciuto moltissimo! Peccato solo che non si trovi più da nessuna parte se non nel mercato dell’usato a prezzi assurdi, perché è esaurito e fuori produzione, e peccato anche che la nuova edizione, uscita di recente in inglese, abbia una nuova copertina inguardabile (e poi bisogna sempre vedere se questa nuova edizione avrà una traduzione italiana).
Lamentele a aprte, la meccanica di base del gioco assomiglia vagamente a quella di The Vale of Eternity oppure di Flamecraft. Ogni giocatore deve costruirsi una mano di carte che indicano le creature in suo possesso e il loro potere: giocando poi quelle carte, ottiene la possibilità di occupare una regione e di procurarsi punti vittoria, che dipendono principalmente dalla quantità di presenze sulle regioni e da alcuni fattori collaterali, che cambiano a seconda dei personaggi interessati (i troll servono a raccogliere dei gettoni che avvantaggiano in caso di spareggi, i tritoni hanno un tracciato segnapunti tutto per loro, eccetera).
La varietà dei personaggi è notevole: 12 razze diverse, che a inizio partita vanno sorteggiate per sapere con quali si giocherà, tutte con le loro peculiarità che rendono le fazioni asimmetriche le une rispetto alle altre. Le illustrazioni sulle carte sono ben fatte, peccato solo per le scritte che spiegano i vari effetti magici, non sempre chiarissime (ma basta dare uno sguardo al regolamento e si trova subito quel che serve).
L’elemento più imprevedibile è il momento in cui finisce il gioco, perché tutto dipende da quando arriverà l’ultima delle tre carte-drago. Sono posizionate abbastanza in basso nel mazzo, ma da un certo momento in poi si sa che inizieranno a venire fuori: appena esce l’ultima, il gioco si ferma. Niente recuperi di turni incompleti, niente possibilità di terminare azioni rimaste in sospeso… bum. Finito. Quel che è fatto è fatto, e via al conteggio dei punti. Ottimo modo per tenere tutti i giocatori sulle spine, dare importanza alla propensione al rischio e… buttare alle ortiche tante strategie a lungo termine. Aaargh.