Dragonheart, il film

Dragonheart, particolare da una delle immagini promozionali
Dragonheart, particolare da una delle immagini promozionali

Dragonheart è un film fantasy del 1996, diretto da Rob Cohen, nel quale il doppiaggio del drago protagonista era stato affidato a Sean Connery in inglese e a Gigi Proietti in italiano.

Dragonheart, la locandina del filmMi è capitato di rivederlo poco tempo fa e sono rimasta stupita da alcuni dettagli della sceneggiatura che probabilmente adesso, a distanza di quasi 30 anni, riceverebbero un giudizio incerto per un filmone di grandi pretese, con un cast notevole (nomi come Dennis Quaid e Julie Christie) e un ampio budget degli effetti speciali. Da quel che ricordo, la creazione in computer grafica di Draco era stato uno degli aspetti più pubblicizzati e più acclamati del film: la fluidità dei movimenti e le espressioni facciali del bestione, ricalcate su quelle di Sean Connery, al tempo rappresentavano un bel passo avanti rispetto a esperimenti precedenti. E funzionano ancora!

Sì, il faccione del drago regge benissimo anche ora. Lo vediamo impaurito, riflessivo, arrabbiato, divertito. Anche impettito e solenne, soprattutto nella scena ambientata presso le rovine di Avalon. Tengono un po’ meno bene gli effetti speciali delle palle di fuoco e alcuni movimenti che, con l’occhio abituato ai film odierni, risultano un po’ legnosi, come certi vecchi videogiochi; ma nel complesso l’estetica del film resta valida.

Dragonheart, il CD della colonna sonoraPerde invece qualche pezzo, come accennavo, la sceneggiatura: difficile immaginare che davvero drago e cacciatore di draghi possano diventare amiconi, dopo che il secondo ha contribuito a sterminare tutti, dico tutti, gli amici e parenti del primo. Banalotto anche il cliché secondo cui il cattivo si prende una cotta per la giovane e ardita popolana che osa sfidarlo. In compenso, restano godibilissime le gag fra drago e cavaliere, come pure gli interventi umoristici del monaco poeta che ricorda un po’ il pedante Jaskier nei libri e nella serie tv The Witcher (“Ranuncolo” nella versione italiana).

Prima nota a margine: alcune scene di battaglia ricordano quelle di Braveheart, uscito giusto l’anno prima, come l’uso di lunghe lance di legno e trappole infuocate da parte dei rivoltosi contro i soldati. Difficile però che si tratti di scopiazzature, dopotutto i trucchi di cui possono verosimilmente usufruire dei ribelli di pochi mezzi contro un esercito strutturato sono un po’ sempre gli stessi e ricorrono in tanti film di avventura.

Fotogramma da Dragonheart

Seconda nota a margine: il cattivone del film è interpretato da un giovane David Thewlis, che vanta una filmografia niente male ma ha raggiunto fama mondiale con il ruolo di Remus Lupin nella saga cinematografica di Harry Potter.

Dina Mayer nel ruolo di KaraQuanto a Kara, la popolana ribelle, mi sono resa conto che a darle volto e voce era Dina Mayer, un’attrice non troppo nota, ma che io ricordo bene dai primi anni Duemila come una delle protagoniste di Birds of Prey, scalognatissima serie della Warner Bros durata appena 13 puntate e ispirata a personaggi di secondo piano dell’universo di Batman. Dina Mayer interpretava Barbara Gordon, alias Oracolo, e secondo me aveva fatto un lavoro superbo. A volte i bei ricordi riaffiorano nei modi più inattesi!

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