WitchCraft – Fantasy 3
WitchCraft è una miniserie a fumetti in tre numeri scritta da James Robinson e disegnata da Teddy Kristiansen, Peter Snejbjerg, Michael Zulli (il mio preferito) e Steve Yeowell. Pubblicata negli USA nel 1994 dalla DC Comics sotto il marchio Vertigo e raccolta in volume due anni dopo, è stata tradotta in Italia da Magic Press nel 1998 e, a quanto ne so, mai più ristampata – il che è un gran peccato, ma qualche copia su ebay la trovi ancora a prezzi accettabili.
WitchCraft è una di quelle storie che rileggo periodicamente senza mai stancarmi. Nasce come spin-off di Sandman, la serie culto di Neil Gaiman, ma è un fantasy ben congegnato e compiuto, che funziona benissimo anche senza considerare la sua ingombrante parentela. Si basa sull’idea di una vendetta che passa attraverso secoli di reincarnazioni dei personaggi coinvolti e vede agire in prima persona anche le Tre-che-sono-una ovvero le Norne (ma anche le Parche, le Erinni e altre famose triadi femminili di varie mitologie).
In un tempo in cui femminicidi, infanticidi e altri delitti finiscono sui giornali un giorno sì e l’altro pure, riducendosi a meri casi di cronaca o ad argomenti di conversazione per talk-show e documentari (alcuni dei quali, va riconosciuto, realizzati con competenza e serietà), una storia come WitchCraft riconduce a una dimensione più alta da cui osservare certi eventi. È un fumetto di appena un centinaio di pagine, eppure spinge a riflessioni acute e intime sulla natura del rapporto fra uomo e donna, sull’evoluzione di questo rapporto nella storia, sulle sue deviazioni e sul legame che unisce le vittime di queste deviazioni. Il finale concede una giustizia spesso negata nella realtà, ma le sofferenze che i personaggi provano lungo la storia conducono a un coinvolgimento emotivo di rara intensità.Ci sono momenti in cui ti senti fisicamente male per quanto il dolore colpisce ferocemente le sue prede.
Lo spiega bene la regista Penelope Spheeris nell’introduzione al volume: “È una storia di donne che hanno subito torti. Di donne che stanno insieme, amandosi e difendendosi l’un l’altra durante le proprie vite, attraverso i secoli. Tratta del potere delle donne e di quanto sia incommensurabilmente forte e subdolo”.
Forse non quanto vorremmo, aggiungo io. Ma se una delle funzioni della narrativa (e, io credo, del fantasy in particolare) è aiutarci ad avere uno sguardo più consapevole e reattivo su noi stessi e su quanto ci circonda, allora credimi, WitchCraft è un fantasy che svolge pienamente il suo compito.