Thelma & Louise – Buddy Women 1
Thelma & Louise? Che c’entra con la scrittura o con il fantasy o con TSF?
Mettiamola così: anno nuovo, argomenti nuovi.
Nello scorso post, ti dicevo che mi sono riletta il manuale Scrivere un romanzo, di Donna Levin. Tra i vari esempi proposti c’è il film Arma Letale con Mel Gibson e Danny Glover (in origine Lethal Weapon, 1987, regia di Richard Donner), che ben si presta ad alcuni ragionamenti sulla struttura narrativa e l’evoluzione dei personaggi. Donna Levin ripete più volte che Arma Letale è un classico buddy movie, cioè uno di quei film basati su un rapporto di cameratismo & conflitto fra due personaggi, solitamente maschili, che vivono una serie di traversie rocambolesche utili, oltre che a far procedere la storia, anche a mostrare il rapporto fra i due e la sua evoluzione (o non-evoluzione). Per esempio, sono buddy movie quelli di Bud Spencer e Terence Hill, quelli di Peppone e Don Camillo, oppure il celeberrimo Una poltrona per due con Eddie Murphy e Dan Aykroyd, o ancora i tre Men in Black con Will Smith e Tommy Lee Jones.
Nemmeno a dirlo, sono molto più comuni i buddy movie con protagonisti maschili, rispetto a quelli con protagoniste femminili. Nella classifica dei Most Popular Buddy Films stilata da IMBD.com, sui primi dieci titoli elencati, uno solo è interpretato da donne: il semisconosciuto Spark!, cortometraggio del 2012 diretto da Theresa Bell nell’ambito del 48 Hour Film Festival, manifestazione a cui partecipano film che sono stati girati in non più di 48 ore (il film è visibile online a questo link). La cosa dipende in buona parte dal fatto che, per rientrare in quella classifica, bisogna che il film appartenga proprio alla categoria Buddy Films, il che esclude molte pellicole inserite sotto – per esempio – Adventure o Action, ma è comunque sintomatica.
Io che con i rapporti (di qualsiasi genere, dal cameratismo all’odio all’amore alla gelosia, ecc) fra personaggi femminili sono fissata, ho pensato che mi piacerebbe proporre, ogni tanto, brevi analisi di film, serie tv o fumetti che hanno il loro punto di forza nel rapporto fra le protagoniste, o nei quali comunque questo rapporto emerge ed evolve, accanto alla trama principale. Insomma dei post in cui non si parli di Buddy Movies ma, piuttosto, di Buddy Women.
Thelma & Louise (1991, regia di Ridley Scott) non può non essere il primo della lista. E intendiamoci, non è uno dei miei preferiti: l’ho riguardato anche un paio di giorni fa e purtroppo mi pare che, a distanza di anni, mostri la sua età: soprattutto l’inizio – visto con gli occhi di uno spettatore degli anni Duemila – sembra lento, anche se l’evento scatenante delle traversie avviene quasi subito. Alcune sequenze, godibili in quanto tali, si potrebbero tranquillamente eliminare e il film filerebbe lo stesso, magari riducendo le sue due ore abbondanti a, che so, un’ora e mezza.
Quello che però regge ancora bene la prova del tempo sono loro, Thelma (Geena Davis) e Louise (Susan Sarandon). La loro caratterizzazione iniziale, propinata con forza nella scena in cui le due preparano i bagagli per il loro viaggio (metodica e ordinata Louise, casinista e sbadata Thelma), nel corso della storia viene a volte confermata e a volte sovvertita. Louise, dietro il suo atteggiamento freddo e disinteressato, nasconde in realtà ferite così profonde che, in situazioni di stress, riemergono con prepotenza e trasformano una semplice leggerezza (di Thelma) in una tragedia. Di converso Thelma è talmente ingenua da risultare indisponente, ma la sua mentalità semplice diventa poi la via più breve per scavalcare ostacoli in apparenza insormontabili.
Credo sia proprio la continua altalena che ciascuna delle due compie, fra i lati più distanti del proprio carattere, a sfociare dopo litigi e critiche in una complicità perfetta, senza sbavature, in cui due percorsi di maturazione diventano uno e due giorni di evasione diventano la scoperta di una libertà estrema, avvincente, irrinunciabile (e Louise, sotto il cielo notturno dell’Arizona, ne sente tutto il fascino misto al pericolo). Un’ubriacatura mentale che, nel finale tragico, rende i due personaggi eterni.