Tagliare & Asciugare
Un paio di settimane fa ho letto il manoscritto di una mia amica, che presto verrà sottoposto a potenziali editori. Era la prima stesura di un romanzo piuttosto corposo, sul quale la mia amica aveva una sola certezza: la seconda stesura, dopo un bel giro di editing, sarebbe stata almeno un 25% più breve.
Credo che tagliare & asciugare, come direbbe il mio insegnante Claudio (v. questo post), non sia la cosa più difficile – quella, almeno per me, è la prima stesura – ma di sicuro la più frustrante e dolorosa.
Frustrante perché, alla seconda lettura, saltano sempre all’occhio passaggi grezzi e legnosi che in fase di stesura erano sembrati normalissimi. Così diventa tutto un “oh per favore”, “guarda cosa avevo scritto”, “questo avverbio da dov’è uscito” e “dovevo essere ubriaca”. È un lavoro noioso e pesante correggere e riscrivere parti che potevano venir fuori bene alla prima botta, se solo si fosse prestata un po’ più di attenzione, se solo il cervello fosse stato più allenato, se solo ci fossimo esercitati di più.
Poi ci sono quei passaggi che invece, anche alla rilettura, non sono tanto male. Ti convincono. Funzionano. Hanno ritmo, sostanza, sapore. Eppure…
Eppure.
Eppure vanno tagliati. Perché non servono all’economia della storia, non la fanno procedere, sono fini a se stessi. Tagliare quei passaggi è doloroso, sembra di buttare via qualcosa di buono che mai si vorrebbe lasciar andare.
Quando mi capita, quando sento il dispiacere di dover tagliare qualcosa che mi piaceva, penso sempre a una sequenza del film Disney La Bella e la Bestia (in originale Beauty and the Beast, 1991): un numero musicale dal titolo “Human Again”, tagliato non in fase di sceneggiatura o di storyboard, ma DOPO che era stato completamente scritto, musicato, cantato, doppiato, disegnato, colorato e animato. Una quantità di impegno e di risorse impensabile, rispetto al singolo scrittore che, nella sua stanzina, mette una parola dietro l’altra. Un costo spropositato, tanti professionisti che ci hanno lavorato per ore e ore.
Eppure, alla fine lo hanno tagliato perché hanno ritenuto che non fosse funzionale al resto del film. Hanno ritenuto che, nonostante fosse una gran bella sequenza, degna di un musical di Broadway in pompa magna, non aggiungesse abbastanza.
Eccola qui, la scena in questione. Guarda un po’ che roba:
Se loro hanno tagliato questo ben di Dio, costato un patrimonio di soldi, tempo e lavoro, anche io posso degnarmi di buttare via i passaggi meno convincenti di TSF e farmene una ragione, via.