Storie di Gatti: meno sei!
Càspita: meno di una settimana. Era l’inizio dell’anno quando iniziavo a scervellarmi su una storiellina a tema felino, perché sapevo che prima o poi avrei voluto partecipare alla nuova antologia del branco di Buck, e adesso è già passata la metà di maggio e fra sei giorni siamo in uscita con il volume. L’avresti detto?
Stavolta si chiama Storie di Gatti, ed è già in prevendita qui.
Oggi puoi vedere il quarto pezzetto della cover e dedicarti alla lettura di questo estratto di Tiziana Balestro, che parla di una musa… cioè, di una gatta… ma alla fine è la stessa cosa.
La gatta ha sentito che tra i suoi simili c’è fermento. Gli umani si sono uniti per scrivere su di lei.
Tutto è nato da quella sera che la terra ha fatto tanto rumore.
Quella dormigliona si è svegliata di soprassalto, ha visto tutti correre e urlare mentre lei con un balzo era già fuori casa.
Allora ha chiamato i suoi amici e ha detto di chiedere ai loro umani di scrivere una storia sui gatti, perché gli animali non possono né parlare, né scrivere. Ma possono aiutare.
Possono dare una mano, anzi una zampa quando ci si sente soli, provocare un sorriso, fare una coccola. Quando il terremoto ha fatto crollare tutto, gli animali hanno indicato la strada e leccato le ferite. La gatta la sa lunga.
Si mette ad annusare tra i fogli scritti e guarda l’uomo annotare parole su parole, che sono forse emozionanti, perché ogni tanto all’uomo si inumidiscono gli occhi. Stacca la mano dai fogli solo per accarezzare il suo pelo, mentre lei sta acciambellata sul cuscino vicino ai piedi.
La Musa si addormenta e l’uomo sorride, immaginandola in mille peripezie nel suo testo.
In effetti amare, aiutare, sorridere, tenersi stretti sono avventure, che umani e animali sanno di poter affrontare uniti.