Stesure in corso ed esperimenti di genere
Come ti avevo anticipato in questo post, sto partecipando al NaNoWriMo con tre stesure in contemporanea: un progetto principale, Fortnight, e altri due collaterali, Miracolo e Old Friends.
Di Fortnight ti ho raccontato già molto in questo post, degli altri due invece no. Te li presento.
Miracolo è uno steampunk che prevedo si aggirerà, una volta ultimato, intorno alle 18.000 parole. Il titolo non è definitivo, bensì di lavorazione. La storia copre un arco di tempo che va dal 1900 al 1916 (ci sono anche dei prima e dei dopo, ma quelle sono le due date cardine); si svolge in parte nella Russia zarista e in parte sul fronte francese della Prima Guerra Mondiale. Era nata per un concorso, del quale non ero riuscita a rispettare la scadenza perché, pur avendo scritto come una forsennata, la trama aveva continuato ad ampliarsi senza che, da un certo punto in avanti, io fossi riuscita a controllarla. Adesso che è a buon punto ci tengo a finirla e a darle uno sbocco. Credo che sia stata soprattutto la parte di ricerca storica ad avermi influenzata. Il periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento è molto più affascinante di quanto ricordassi e pieno di personaggi fondamentali per il nostro immaginario e la nostra cultura.
L’idea sarebbe completare Miracolo entro fine anno, lasciarlo riposare un mesetto, poi riprenderlo in mano anche da un punto di vista strutturale e decidere se merita un’ulteriore espansione, andando nella direzione di un romanzo vero e proprio invece che di un racconto (per quanto lungo). A quel punto, i casi sono due: o va lasciato così, e allora gli tocca una revisione formale e poi il tentativo con due o tre editori che ho in mente; oppure va espanso, e allora inserisco le parti mancanti per poi, di nuovo, lasciarlo riposare, revisionarlo e mandarlo in giro. Essendo destinato alla ricerca di un editore, credo che il mio auto-editing possa bastare; se invece nessun editore fosse interessato e dovessi pubblicarlo in self, allora mi rivolgerei a un editor esterno. Ho in mente una persona, bisognerà vedere se avrà del tempo libero da dedicarmi.
Capisco che uno steampunk in stile Jules Verne, pieno di rimandi e citazioni da Michele Strogoff (citazioni innocue, s’intende, di quelle che se non le noti non succede nulla), potrebbe non essere il massimo della vita per un editore: ci sono generi letterari che attraversano fasi variabili di popolarità, e a quanto mi risulta il fantasy e la fantascienza, a parte alcuni (pochi) sottogeneri precisi, non stanno vivendo un momento di gloria. Io sono però convinta che Miracolo abbia un valore, almeno per una certa nicchia di lettori, e quindi non intendo abbandonarlo. Anzi, per una serie di ragioni, credo che si presterebbe bene anche a una traduzione in inglese e in spagnolo. Potrebbe essere la volta buona per provare BabelCube? Vedremo.
Passiamo a Old Friends. Il titolo, diciamolo subito, è tratto da un brano di Stephen Sondheim che si trova nel musical Merrily We Roll Along (1981) e di cui adoro la versione proposta nello spettacolo Putting It Together:
Quel che avrei in mente è una fan fiction di ventitré episodi (brevi), da usare come strumento di relax e di promozione; diciamo per collaudare piattaforme come EFP oppure il famigerato Wattpad e vedere come mi ci trovo. Purtroppo, quelle due o tre serie televisive che seguivo fedelmente e di cui sapevo abbastanza per immaginare storie inedite e correttamente inserite nella continuity, sono terminate di recente. Si possono comunque tirare fuori delle fan fiction su quelle serie, nessuno lo vieta. Tuttavia, avrebbero per forza di cose un seguito minimo, e a me il discorso fan fiction non serve solo come esperimento per divertirsi, ma anche come strumento promozionale: raggiungere un pubblico nuovo (sì, lo so che gli utenti di questi siti sono al 95% lontanissimi dal mio modo di intendere personaggi e storie, infatti a me interessa l’altro 5%). Per fortuna c’è ancora una crime fiction che seguo con interesse, ovvero Criminal Minds, e per ancora maggior fortuna la dodicesima stagione, trasmessa ora su Fox Crime, è di mio gusto: uno dei personaggi che trovavo meno interessanti (Aaron Hotchner) non fa più parte della serie, mentre uno di cui sentivo la mancanza (Emily Prentiss) è tornato in pianta stabile. Più altre variazioni di protagonisti e comprimari, avvicendatisi l’anno scorso, che hanno movimentato un po’ le cose (so di andare controcorrente in questa mia preferenza, la maggior parte degli spettatori non hanno affatto gradito come il cast è stato rimescolato e pronosticano che l’emittente CBS non rinnoverà la serie per una tredicesima stagione; ma sull’incapacità cronica del pubblico seriale di accettare i cambiamenti, si potrebbe scrivere un trattato).
Ad ogni modo, per questa fan fiction sto collaudando la formula MM, che vuol dire Missing Moments. Ovvero: per ogni episodio, butto giù un momento di confronto e riflessione che ruota quasi sempre attorno a Emily e a JJ, da inserire prima, durante o più facilmente dopo l’episodio stesso. Il mio perenne desiderio di esplorare il concetto di devozione fra personaggi femminili (leggi questo vecchio post per un ripasso su cosa intendo) può funzionare in un contesto del genere, dove la brutalità delle situazioni affrontate rende necessaria qualche forma di “decompressione” e di solidarietà fra due agenti, donne, che ne hanno passate di tutti i colori e che, soprattutto, conoscono l’una i segreti dell’altra – anche quelli che l’FBI e la CIA hanno classificato come top secret. Sia chiaro che non intendo questa devozione come una femslash (genere che peraltro non mi dispiace) né come uno sdolcinato insieme di baci e abbracci: non sarebbe in linea con i personaggi di cui sto parlando, che sono donne adulte e totally badass. Qualche episodio ad alto tasso emotivo l’ho previsto, ma non come regola.
Al contrario di Miracolo, gli episodi di questa fan fiction subiscono revisioni minime e finiscono online senza un vero editing. Questo significa sovrabbondanza di aggettivi e avverbi, suggerimenti al lettore, parti che vengono raccontate invece che mostrate. Diciamo che non intendo adeguarmi del tutto a uno standard ormai riconosciuto su questi siti, ma non voglio nemmeno discostarmene troppo ed essere un’outsider completa, invece che solo parziale (cosa che sarò in ogni caso). Inizierò a pubblicare Old Friends online appena avrò risolto una bega con una variazione di username su uno dei siti che vorrei utilizzare.
E The Silent Force, ovvero il mappazzone fantasy? Non dovevo finirlo mesi fa?
Eh. Magari. Il primo volume di The Silent Force sta attraversando una difficile fase di revisione strutturale. Anzi, non solo il primo volume, bensì l’intera saga. Per quale motivo? Perché, adesso che al completamento del primo volume mancano sì e no 20.000 parole, e la linea portante della storia è definita, diventa necessario sciogliere anche gli ultimi dubbi residui su come il primo volume si rapporta agli altri e su come le micro-strutture di tutti i volumi costruiscono una macro-struttura della saga nel suo complesso. Inclusi gli spin-off costituiti dai racconti che ho pubblicato sul mio sito.
Per quei racconti, se non altro, si avvicina il momento di un’edizione in ebook, di cui farà parte anche un inedito intitolato “La Duchessa e il Capitano” (e forse anche un altro paio di storie brevi che sto abbozzando a tempo perso). Così, quando arriverà la pubblicazione del primo volume della saga e sorgeranno alcuni interrogativi, in questa raccolta di racconti avrai la possibilità di trovare almeno una parte delle risposte.