So long, Dolores O’Riordan
Dolores O’Riordan aveva una voce pazzesca. Punto.
Questo è tutto ciò che riesco a esprimere di un’interprete che mi aveva colpita per le sue qualità vocali prima ancora che per il genere di musica a cui si dedicava – e so di non avere una competenza musicale sufficiente a farmi afferrare fino in fondo il contributo artistico da lei portato al mondo della musica. Era quel timbro a stuzzicarmi l’orecchio, forse quelle sfumature nella pronuncia, che la rendevano diversa da altre cantanti parimenti straordinarie ma non altrettanto riconoscibili.
C’era anche una questione di personalità, di stile, di presentarsi come un animale da palcoscenico, nelle esibizioni live ma anche nei videoclip, con i Cranberries o senza. Uno sguardo sfrontato e malinconico che mi colpiva per la sua profondità, come certi personaggi che sembrano volerti trasmettere sempre qualcosa in più di quanto riescano a fare con gli strumenti a loro disposizione.
E poi c’era il fatto di essere irlandese, il che dentro di me evoca un sapore di ribellione, di testardaggine, di storia antica persa fra distese erbose e scogliere a picco. Semplici suggestioni, forse, ma coerenti con il personaggio. Un suo brano, “Without You”, fa da colonna sonora ad alcune parti di The Silent Force, il famigerato romanzone fantasy a cui lavoro da una vita.
So long, Dolores O’Riordan. Hai lasciato un’eredità difficile da raccogliere, dubito che qualcuno possa mai riuscirci.