She-Hulk, la serie tv – Fantascienza
She-Hulk è la serie Marvel legal-comedy dedicata a Jennifer Walters, cugina di Bruce Banner, che a causa di un incidente si ritrova ad assorbire una quantità di radiazioni gamma sufficiente a trasformarla in un donnone verde, superforte e alto due metri.
I nove episodi, disponibili in streaming su Disney+, durano ciascuno una mezz’oretta e le trame hanno molto in comune con quelle dei fumetti scritti da Dan Slott nel 2006/2007 (disponibili in un volume edito da Panini Comics nella collana Omnibus: come sempre caro ammazzato, e come sempre ben fatto). La protagonista è interpretata dalla brava Tatiana Maslany, in passato superpremiata per Orphan Black, e vede la partecipazione di alcune guest-star molto speciali, come Mark Ruffalo, Benedict Wong, Charlie Cox e perfino Tim Roth che riprende il ruolo di Abominio, dal film L’Incredibile Hulk del 2008 (quando il ruolo del gigante verde non era ancora stato affidato a Mark Ruffalo bensì a Edward Norton).
La serie, pur vivendo di atmosfere completamente opposte a quelle di Moon Knight, ha con quest’ultima un punto in comune: la predominanza delle caratteristiche del/della protagonista su tutto il resto (trama, comprimari, conflitti, colpi di scena, risoluzioni). Moon Knight puntava su un personaggio tormentato e psicologicamente vulnerabile per non dire suonato come una campana, mentre She-Hulk mette in scena una giovane donna intelligente, autoironica e ambiziosa, che soprattutto all’inizio non prende affatto bene la sua trasformazione ma sceglie presto di fare buon viso a cattivo gioco. Sbuffa, si lamenta e fa del sarcasmo, ma non va mai davvero in crisi perché è abbastanza matura da capire che la sua condizione, per quanto talvolta scocciante, non è un dramma esistenziale. Jennifer ha dei punti fermi (gli amici, la famiglia, il lavoro, le ambizioni) che la tengono con i piedi per terra. Di conseguenza, la serie è intrattenimento allo stato puro, quasi una sit-com. Con un dettaglio speciale: lo sfondamento del quarto muro.
Infatti, proprio come negli episodi a fumetti scritti e disegnati da John Byrne, la She-Hulk televisiva è consapevole di trovarsi in una serie tv, lancia occhiate e battute agli spettatori e instaura con loro un patto di assoluta complicità. Questa impostazione raggiunge l’apice nell’episodio finale, che diventa un meta-episodio in cui i piani narrativi si mescolano continuamente. Senza dimenticare il ritorno di un personaggio Marvel amatissimo dal pubblico, ovvero Daredevil, fin dai tempi della serie Netflix che gli era stata dedicata: il suo alter ego Matthew Murdock è avvocato e supereroe, proprio come Jennifer, e nel contesto di She-Hulk riesce a liberarsi di quella patina super-drammatica e cupa che lo aveva sempre caratterizzato, riprendendo (sebbene per poco tempo) quello spirito un po’ camp delle sue storie a fumetti negli anni Sessanta, quelle dove affrontava supercriminali bizzarri come Stilt-Man o il Matador.
Una serie imperdibile? Ma no, certo ha questa particolarità del patto complice con lo spettatore ma non è un prodotto destinato a rimanere nella storia della televisione. Se però si è alla ricerca di svago ed evasione, allora She-Hulk è semplicemente perfetta.