She-Hulk, di John Byrne – Fantascienza
She-Hulk, testata a fumetti della Marvel, è nata nel 1980 con testi di Stan Lee e disegni di John Buscema, ma solo nel 1989 il personaggio è divenuto davvero famoso e apprezzato, quando la serie è stata affidata a John Byrne – fumettista che all’epoca viveva uno stato di grazia creativa, temo mai più tornato (sì, lo stesso Byrne che aveva partecipato alla realizzazione della Saga di Fenice Nera). Qualche anno fa la Panini Comics ha dedicato un volume della collana Omnibus, La Sensazionale She-Hulk, proprio alle storie della gigantessa di giada realizzate da Byrne. Così, adesso che su Disney+ sta andando in onda la serie tv dedicata a questo personaggio, ho pensato di fare un tuffo nel passato…
In soldoni: io lo so che gli Omnibus costano uno sproposito (69 euro nel caso specifico), eccome se lo so, ma queste storie un Omnibus lo meritano! Sono fresche, divertenti, avventurose, frizzanti, e si portano dietro ancora intatta la loro carica di originalità, dovuta in larga parte al fatto che, nella versione di Byrne, She-Hulk sa di essere un personaggio dei fumetti. Parla con i lettori, si lamenta con l’autore, ironizza sulla funzionalità dei testi e dei disegni, ha la sua dose di pretese per quello che riguarda la casa, l’abbigliamento, i nemici e così via. Insomma sfonda la cosiddetta quarta parete; e Byrne ci gioca talmente bene, con questa idea, che nell’ultima avventura da lui realizzata coinvolge anche altri pezzi da novanta dei comics americani (Frank Miller e Wendy Pini tanto per citarne un paio).
La fantascienza Marvel in questo caso è abbastanza blanda, siamo lontani dalle storie dei Fantastic Four (di cui peraltro lo stesso Byrne ha scritto un ciclo lunghissimo e ricco di viaggi spaziali, astronavi, robot, raggi laser eccetera) o di Iron Man, anche se in effetti qualche sequenza ambientata nello spazio profondo c’è. Siamo anche lontani dai toni drammatici e tristi dell’Hulk tradizionale, quel Bruce Banner che contro la sua volontà si trasforma in un mostro superforte e incontrollabile, una sorta di Jeckyll e Hyde.
No, nulla di tutto questo: She-Hulk, alias Jennifer Walters, adora essere una donna verde forzuta e alta due metri, anzi addirittura ritiene che, al confronto, la sua alter-ego umana sia bruttina e insignificante. Quindi, visto che al contrario del suo più famoso cugino, Jennifer il controllo sulla sua trasformazione e sul suo carattere ce l’ha eccome, decide di rimanere nella forma di She-Hulk per la maggior parte del suo tempo. Si lancia in scazzottate furibonde contro i nemici (talvolta colpevoli di reati gravissimi come averle rovinato il maglione preferito) e per il resto le piace fare ciò che piace a tante donne comuni: uscire con gli amici, avere relazioni, abbronzarsi, passare del tempo in relax.
In effetti, forse è questa la vera persona comune che si ritrova con dei superpoteri: non una irreprensibile paladina della giustizia come Capitan America, e nemmeno una delinquente spocchiosa come i protagonisti di The Boys. Queste storie di She-Hulk ce lo ricordano con il sorriso e hanno solo la pretesa di offrirci una abbondante dose (672 pagine!) di intrattenimento magistralmente realizzato.