Piccoli prodigi cartotecnici – Artwork
Ai bambini piacciono i libri pop-up (che in effetti a volte sono dei capolavori di fantasia e perizia), io ultimamente mi sono resa conto di amare i libri pieni di fogli, foglietti, cartoline, insomma pieni di “inserti”.
O meglio: credo che li amerei alla follia, se potessi ammirarne molti; ma in realtà ne conosco (e possiedo) giusto una manciata, e non so come e dove scovare altro del genere. Il più noto, di cui ho perfino acquistato più copie per mero spirito collezionistico, è La nave di Teseo (da non confondere con la omonima casa editrice) dell’inesistente autore V.M. Straka (ed. Rizzoli Lizard). Inesistente perché in realtà si tratta di un progetto dietro al quale si nascondono J.J. Abrams (regista) e Doug Dorst (scrittore), i quali si sono inventati non solo questo autore fantasma, non solo la storia che viene raccontata nel libro, ma anche una storia supplementare che il lettore può ricostruire pezzo per pezzo mettendo insieme appunti, notarelle, foglietti e post-it sapientemente disseminati lungo le pagine del libro da due lettori (ovviamente inesistenti a loro volta) i quali, nella finzione narrativa, leggevano alternativamente il libro in biblioteca e lo usavano per scambiarsi messaggi che, appunto, messi insieme costituiscono una meta-storia. La varietà degli inserti è notevole: cambiano i supporti, i colori, gli stili, le calligrafie. Un lavoro certosino che mi chiedo come sia anche solo sbucato nella mente dei suoi creatori.
Un prodotto diverso, dal valore puramente nerd-storico, è questo album… questo cartonato… libro… raccoglitore… insomma questo “coso ad anelli” pubblicato da Panini Comics qualche anno fa, ricalcando l’originale americano. Si intitola The Marvel Vault ed è una storia della Marvel Comics redatta da Roy Thomas e Peter Sanderson che parte dagli anni Quaranta (quando ancora la casa editrice si chiamava Timely) ed è intervallata da riproduzioni di cartoline, biglietti d’auguri, francobolli, figurine e altri materiali cartacei (alcuni promozionali, altri di proprietà di sceneggiatori e disegnatori) nati in casa Marvel Comics in decenni di onorata carriera. Alcuni li ho perfino riconosciuti, ne avevo visti gli originali anni fa tra manifestazioni e fiere dell’usato. Per dire: le figurine dei primi anni Novanta me le ricordo bene, la partecipazione di nozze di Peter Parker e Mary Jane Watson pure. Ma ci sono anche oggetti bizzarri a vedersi fuori dagli States, ad esempio l’adesivo rotondo per la campagna presidenziale di Howard the Duck (1976) oppure il menù del ristorante Marvel Mania Hollywood (1998). Tutti i memorabilia sono inseriti in custodie di plastica trasparente e accompagnati da didascalie, un piacere per la vista e per il cuore.
The Marvel Vault ha uno scopo dichiaratamente commemorativo, invece quest’altro prodotto nato in casa DC (ma comunque edito in Italia dalla Panini) ha un taglio ludico: Il manuale del Cavaliere Oscuro è un librone dedicato alla trilogia cinematografica diretta da Christopher Nolan e interpretata da Christian Bale. Contiene un fittizio diario a puntate, scritto da Bruce Wayne egli stesso medesimo (ma l’autore effettivo dei testi è Brandon T. Snider, con il progetto grafico di Jon Glick), che racconta la genesi di Batman e di tutto l’equipaggiamento che nel tempo è stato progettato e messo a punto: il costume, gli accessori, la bat-mobile, perfino la stessa bat-caverna. Il tutto corredato da inserti appositamente costruiti: biglietti di Alfred o di Lucius Fox, documenti tratti dagli schedari del dipartimento di polizia di Gotham City, schede segnaletiche, specifiche tecniche dei mezzi di locomozione. Insomma un prodotto da nerd, più che da storici.
Al filone dei libri di grande formato e arricchiti da inserti vari non poteva sfuggire il fenomeno mondiale della narrativa per ragazzi (e non). Harry Potter: la magia del film, edito – indovina un po’ – da Panini Comics, è una via di mezzo fra storia e intrattenimento. Infatti il testo (redatto da Brian Sibley su progetto grafico di Minalima Design) spiega come è stato affrontato il passaggio dai libri alle pellicole, raccogliendo ricordi e riflessioni di registi, sceneggiatori, scenografi, costumisti, truccatori, artisti degli effetti speciali; le loro testimonianze aiutano a capire quali fossero i problemi da affrontare e come si è deciso di lavorarci per ottenere la miglior trasposizione possibile. I memorabilia inseriti fra le pagine sono riproduzioni di (veri o presunti) oggetti di scena: ad esempio la lettera di ammissione di Harry alla scuola di Hogwarts, la brochure che pubblicizza la coppa del mondo di Quidditch, il programma del Ballo del Ceppo, la carta d’identità di Mafalda Hopkirk rilasciata dal Ministero della Magia. Insomma un volume da collezione per adulti, però rimasti un po’ bambini (io ho l’edizione del 2010, adesso vedo che ne è uscita una aggiornata).
L’ultimo pezzo della mia micro-collezione è un libro in inglese, edito da Insight Editions, che ho acquistato parecchi anni fa a un’edizione di Lucca Animation, manifestazione “cugina” di Lucca Comics & Games che si è svolta per qualche anno nella città toscana. Si intitola The Hanna-Barbera Treasury: Rare Art & Mementos from your Favorite Cartoon Classics ed è stato scritto da Jerry Beck, un esperto di cinema che ha messo insieme una storia lunga e articolata di come nacquero e si svilupparono gli studi di animazione Hanna & Barbera e i loro personaggi più famosi. Si comincia con Tom & Jerry (1940) per finire con Scooby Doo (1969), passando da altri titoli chiave come Huckleberry Hound (Braccobaldo), i Flintstones, Birdman, Space Ghost e l’irresistibile Wacky Races. Gli inserti che sbucano fra le tante pagine sono storyboard, card promozionali, mini-album a fumetti, character sheet, perfino una maschera di cartone di Magilla Gorilla. Per nostalgici e studiosi, con un pizzico di anima nerd.