Malalingua – Podcast
Malalingua è un podcast realizzato da Ilenia Zodiaco, booktuber piuttosto nota ma anche persona curiosa (e competente) su tutto ciò che concerne la lingua e le sue trasformazioni.
Il che è appunto l’oggetto del podcast. Il titolo consiste in un gioco di parole legato all’inizio del payoff: “Ma la lingua… dove va?” Si tratta cioè di prendere spunto da temi di attualità sull’uso, il non-uso o magari l’abuso di determinati termini o tendenze linguistiche, per ricostruire le dinamiche sociali e di potere (perché spesso c’entra anche quello) che hanno contribuito a decidere la direzione in cui una certa lingua si è mossa.
L’argomento è interessante, sebbene esuli dai miei soliti fantasy, fantascienza, letture e roba del genere. Credo che a rendere intrigante Malalingua sia appunto l’aggancio con piccoli e grandi argomenti del nostro quotidiano: una volta si parte da Giorgia Meloni che vuole essere chiamata IL Presidente del Consiglio e non LA, una volta si affrontano il tema del turpiloquio e le polemiche sul politically correct (“Non si può più dire nulla, dove andremo a finire signora mia”), una volta si prende in considerazione un tema frivolo come la ragazza che insegnava “a parlare in corsivo”. In altre occasioni, gli oggetti di indagine sono un po’ più accademici (le peripezie dei dialetti, l’uso della schwa, i codici comunicativi delle emoji) , sempre affrontati in modo spigliato, con il rigore dovuto alla materia (incluse le citazioni da saggisti e studiosi) ma la giusta dose di ironia.
Le puntate durano per la maggior parte una trentina di minuti… il che per me è perfetto, le ascolto quando vado con la macchina in palestra: 15 minuti all’andata, 15 al ritorno! In qualche raro caso, arrivano a durare un’oretta. Come altri due podcast di cui ho scritto in passato (42 passi nel fantasy e Super!), anche Malalingua ha il pregio di portarci a conoscere per sommi capi un argomento nuovo e a farlo in modo rilassante e divertente. E poi l’uso della lingua mostra in trasparenza un mucchio di meccanismi sociali e psicologici che già da soli sono uno spasso: tutta roba che si può tenere nella cassetta degli attrezzi anche quando si scrive, o quando si forma nella propria mente un’interpretazione di ciò che leggiamo e ascoltiamo.