Le letture di Luglio 2019
Le letture di questo mese mi hanno dato particolare soddisfazione, perché alcune le avevo puntate da diverso tempo, altre le avevo a metà ed ero ansiosa di concluderle, altre sono capitate in modo abbastanza casuale e ce le ho infilate in mezzo (anche grazie a cinque giorni di vacanza in montagna, con tanto tempo libero). Totale: un bottino di 9 libri completati + 1 racconto lungo.
Intanto ho iniziato a colmare una delle mie lacune più gravi: la serie dei sette romanzi di Harry Potter. Non ne avevo mai letto neppure uno, e quanto ai film credo di aver visto solo i primi quattro (più gli spin-off degli Animali fantastici), però all’inizio dell’anno mi ero imposta di leggerli tutti e sette. Bene, era ora di cominciare (in questo momento sono all’inizio del terzo volume). Che posso dire di Harry Potter e la pietra filosofale e di Harry Potter e la camera dei segreti? Che sono stati piacevolissimi ma non trascinanti, l’effetto calamita me lo aspetto quando avrò superato la parte strettamente per ragazzi e sarò entrata nella fase più matura della Rowling. Ho l’edizione con le traduzioni riviste e corrette, quindi professoressa McGonagall e non professoressa McGrannit, Neville Longbottom e non Neville Paciock, e così via. Per ogni libro poi guardo il film in lingua originale, che è sempre una goduria – questa cosa di guardare (o almeno ri-guardare) film e serie tv dopo aver letto gli originali su carta sta diventando una mania da cui non so più liberarmi.
Approfittando di un’offerta, mesi fa, avevo acquistato in ebook Il silenzio della verità, un paranormal thriller di Simona Liubicich ambientato in un paese di montagna. Non è un genere a me particolarmente caro, ma ho voluto provare: la storia mi ha intrigata anche se la si poteva raccontare in modo più stringato, ci sono parti un po’ ripetitive. Belli densi i comprimari, forse anche più della protagonista. Stile in certi passaggi non abbastanza sorvegliato per i miei gusti, però la storia mi ha portata fino in fondo con curiosità, anche dopo che un indizio lasciava capire l’identità del personaggio responsabile degli eventi su cui si indaga. Il desiderio di sapere se ci avevo azzeccato è stato un ottimo traino.
Una lettura a cui tenevo particolarmente è stata Macchine mortali di Philip Reeve, primo volume di una quadrilogia YA con ambientazione steampunk. Da questo libro, l’anno scorso è stato tratto un film, molto strombazzato perché alla sua lavorazione ha partecipato anche Peter Jackson. Del libro e del film ti racconterò qualcosa di più il mese prossimo (come dicevo, è una mia fissazione quella di godermi in tempi stretti sia il libro sia la trasposizione filmica). Sempre per il reparto “libri a cui dedicare un apposito post”, c’è stata la lettura dell’antologia Le forze misteriose di Lepoldo Lugones, di cui ti ho parlato pochi giorni fa. Infine ho riesumato dai recessi più antichi della libreria il volumetto Socrate, di Luciano De Crescenzo: anni che stava lì ad aspettarmi e finalmente ha avuto la sua chance, peraltro pochi giorni prima che il suo autore venisse a mancare, ed è stata una dipartita che mi ha rattristata molto. Socrate merita una trattazione a parte, provvederò il prima possibile.
Come ogni mese di luglio da tre anni a questa parte, è uscito un libro di Selvaggia Lucarelli: il titolo di quest’anno è Falso in bilancia e ha a che vedere con l’eterna lotta di tante donne contro il peso. Premetto, per chi ci tenesse a saperlo, che nell’eterna disputa sul fatto che la Lucarelli o la si ama o la si odia, io rientro nel partito di quelli che la amano – non per lo spirito polemico, che preferirei più contenuto, ma per la scrittura accattivante, per una serie di giuste battaglie ben combattute e per il coraggio di metterci sempre la faccia. È un libro che si legge in un’oretta, ironico, divertente, anche se ormai per chi conosce l’umorismo dell’autrice arriva un senso di già visto e già sentito. Ci sono stati, come sempre, alcuni passaggi che mi hanno ribaltata dal ridere, però meno dell’anno scorso e meno ancora dell’anno prima. La verità è che io preferirei leggere un suo nuovo romanzo invece di questi trattatelli di costume, ma pare che anche per quest’anno non ci sia verso.
Durante i cinque giorni di vacanza in montagna, ho divorato Nella setta, saggio-inchiesta di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni sul mondo delle tante organizzazioni pseudo-mistiche esistenti in Italia (ma non solo) e dedite, in realtà, non alla cura dell’anima ma allo sfruttamento degli adepti, che spesso e volentieri vengono ignobilmente plagiati, ridotti quasi in schiavitù e indotti a subire abusi di ogni genere. È stata una lettura non solo spaventosa ma soprattutto illuminante grazie alla precisione con cui sono indicati gli stratagemmi economici e giuridici con cui i “santoni” riescono a farla franca: società incastrate come scatole cinesi, spostamenti di denaro tramite canali collegati alla yakuza, vuoti normativi che impediscono azioni legali serie, collusioni politiche… c’è di tutto.
Sempre in vacanza – per l’esattezza durante una sosta in autogrill – ho acquistato Il coraggio di cambiare, una raccolta di tre discorsi pubblici tenuti da Sergio Marchionne. Anche lui rientra nel novero di quei personaggi che hanno raccolto molta stima e molto disprezzo: io propendo per la stima, perché al netto di posizioni campanilistiche e ideologiche, mi pare che quest’uomo abbia avuto l’unico sguardo possibile per rimettere in piedi un’azienda che sembrava condannata (e se l’azienda chiude restano disoccupati tutti i dipendenti, non solo quelli in sovrannumero). Ad ogni modo, il libro espone un po’ la sua filosofia lavorativa, collegata alla necessità del rischio e all’importanza di un approccio culturale prima ancora che tecnico e finanziario. Il tutto con un approccio divulgativo, soprattutto nella parte “domande & risposte”; mi è piaciuto.
Il racconto lungo, con cui chiudo questo report delle letture di luglio, è stato Mi Rasna di Monica Serra, un’autrice di fantasy e fantascienza che seguo da qualche annetto, invidiandone le capacità descrittive di cui io invece sono carente (mi muovo più a mio agio con dialoghi e scene di azione). Si tratta di un fantasy a cavallo fra l’antichità etrusca e il basso Medioevo, con un bel repertorio di oggetti magici, invocazioni demoniache e giovani protagonisti che non avrebbero nessuna voglia di fare gli eroi ma un po’ ci si trovano. Le mie parti preferite sono quelle con soldati/briganti/sotterfugi, rispetto a quelle con elementi sovrannaturali pirotecnici, che forse avrei condensato; trovo che l’autrice sia più portata per le descrizioni di scenari, oggetti e personaggi realistici. Inquietante la copertina, mi ha attirata al volo.