La materia del cosmo, di Cixin Liu – Fantascienza
La materia del cosmo, dello scrittore cinese Cixin Liu (ed. Mondadori), è il secondo volume della trilogia Il passato della terra. Del primo volume, Il problema dei tre corpi, avevo parlato in questo post.
La storia comincia diversi anni dopo la conclusione del romanzo precedente e mostra le conseguenze della scelta che la dottoressa Ye Wenjie aveva compiuto: spedire in orbita un segnale che non avrebbe mai dovuto varcare i confini dell’atmosfera terrestre. Adesso c’è aria di guerra, le più alte autorità del pianeta sono alla ricerca disperata di una strategia che permetta di resistere all’invasione dei Trisolariani, alieni alla ricerca di una nuova casa, in quanto consapevoli che presto o tardi la loro non esisterà più (e le ragioni di questa imminente distruzione stanno proprio nel “problema dei tre corpi”, che non è solo il titolo di un libro ma anche un irrisolvibile quesito fisico).
La cosa pazzesca è che, considerando la distanza siderale fra la Terra e Trisolaris, la flotta aliena impiegherà qualcosa come 400 anni per arrivare a minacciare l’umanità: ma, nella costruzione di Cixin Liu, l’istinto di sopravvivenza dei terrestri impone loro di mettersi all’opera fin da adesso per aiutare i nostri discendenti, quando sarà il momento: ideare nuove tattiche belliche, costruire nuove e potentissime armi, studiare nuove applicazioni della scienza più avanzata.
E poi, l’idea da cui le operazioni dei terrestri prendono le mosse: i Trisolariani non conoscono differenza tra pensiero e parola, ogni loro idea è già comunicazione. “Comunicano attraverso l’esibizione diretta del pensiero, pertanto sono deficitari dal punto di vista della dissimulazione, dell’inganno e dell’occultamento. Questo ci dà un vantaggio immenso su di loro, un vantaggio che non possiamo permetterci di non sfruttare” (p. 99).
Sta qui il nucleo tematico del romanzo: combattere e difendersi con l’inganno, usare qualcosa che percepiamo come negativo allo scopo di salvare la razza umana, fino all’ultima pagina. Si sottintende, almeno in apparenza, la necessità del compromesso verso uno scopo superiore, un machiavellico fine che giustifica i mezzi. Con una posta in gioco tanto grande, sono diversi i personaggi propensi a superare qualche limite, a puntare su qualche idea non proprio limpida. E paradossalmente è l’avanzato grado raggiunto dalla civiltà umana, in termini di diritti e rispetto delle regole, a rendere difficile la messa in opera delle strategie che potrebbero, un giorno, salvarla. Salvo poi capire che in realtà la strada più efficace era anche quella più etica.
In un contesto così complicato assume ancora più importanza la parte che spetta a Luo Ji, il personaggio più enigmatico, nel senso che nemmeno lui sa come mai la sua partecipazione ai preparativi per una guerra lontana 400 anni sia considerata così importante: eppure, da alcuni indizi, si desume che lo sia. La trama procede dunque alla ricerca di scoperte e soluzioni per quella che sarà la Storia futura del pianeta Terra e per la piccola, umanissima storia di uno studioso che per gran parte del libro faticherà a raccapezzarsi, cercando in ogni modo di conciliare una sua dimensione intima e familiare con la missione che è chiamato a svolgere, mentre altri intorno a lui sembrano avere le idee molto più chiare e una serie di priorità ben definite (salvo quando l’ineluttabilità del futuro prende il sopravvento e li conduce ad atti disperati).
Riportato su piccola scala, il conflitto di Luo Ji è quello che tutti noi, a fasi alterne, sperimentiamo nella nostra vita; e questo, insieme alla complessità scientifica della storia e all’orizzonte temporale enorme in cui essa si dipana (e grazie al quale proviamo il brivido di veder interagire personaggi che distano generazioni gli uni dagli altri), rende La materia del cosmo un libro difficilissimo, a volte direi anche cervellotico (sebbene mai come il precedente), eppure assolutamente degno del tempo che bisogna dedicargli per una lettura profonda.