La biblioteca di mezzanotte, di Matt Haig – Fantasy
La biblioteca di mezzanotte (in originale The Midnight Library) è un romanzo low fantasy scritto da Matt Haig, pubblicato in Italia dalle Edizioni e/o.
Lo confesso subito: io di questo Matt Haig mi sono innamorata. O meglio: se ragiona, parla e si comporta nello stesso modo in cui scrive, sono perdutamente innamorata.
Intanto perché ha uno stile veloce, scorrevole, che trascina. Semplice ma non banale, con un’alternanza equilibrata fra parti dialogate e descrittive, diretto a farti capire subito che cosa hai davanti e che aspetto ha.
In secondo luogo, perché (fatti salvi alcuni punti in cui è necessario dire qualche parola in più), quest’uomo NON – SPIEGA. Non ti fa sentire un’imbecille che ha bisogno di farsi raccontare in dettaglio cosa sta succedendo, perché sta succedendo e quanto si presume tu debba arguire dagli eventi e dalle interazioni fra i personaggi: lo capisci DA SOLA. Va bene, poi qualche conferma un po’ più esplicita te la dà, ma non ti toglie quei momenti esaltanti della lettura in cui, arrivata in un determinato punto, esclami “aaaah, ecco, è questo il punto, è questa la cosa a cui stare attenta, e questo ciò che in realtà accade!”.
Infine, perché è di una delicatezza straordinaria nell’affrontare temi difficili come i rimpianti, l’insicurezza, il senso di inadeguatezza, perfino una malattia spaventosa come la depressione. Senza trattati, senza compatimenti, solo con uno sguardo onesto (dovuto anche all’esperienza personale) che non indora la pillola e non si nasconde dietro paroloni arguti.
La storia parla appunto di una ragazza, Nora, colta in un momento terribile della sua vita, pronta ad arrendersi, convinta di non avere più carte da giocare e di avere sprecato tutte le buone mani che il destino le aveva servito. Ma è davvero così? O a volte il nostro giudizio sulla vita è troppo influenzato da persone, circostanze e coincidenze, e ci impedisce di essere più generosi o semplicemente onesti? Una, diciamo così, situazione magica (una sola, il che è il motivo per cui all’inizio ho definito questo romanzo come low fantasy, anche se è una magia bella grossa) permette a Nora di imparare qualcosa di nuovo su di sé e sulle sue scelte. Senza un intento oltremisura consolatorio, ma solo con la gentilezza di qualcuno che dice: attenzione, prenditi un attimo per controllare.
Tutto qui. E non è poco.