Instagram c’est moi (come no)
Con l’uscita del mio cuccioletto Outside, la settimana scorsa, mi sono dovuta rassegnare a capirci qualcosa in più di Instagram, il social network che al momento pare vada per la maggiore e sia imprescindibile al momento di occuparsi un minimo di promozione.
Lo avevo già usato un pochino in passato, qualche immaginetta ogni tanto per divertimento, ma non mi ci ero mai sentita granché a mio agio e non mi ci sento tuttora: per quanto mi senta “ggggiovane dentro”, ormai faccio parte della generazione TESTO (quindi Facebook), più che IMMAGINE (cioè Instagram). Però ho dovuto riconoscere che su Instagram si trovano contenuti interessanti, a discapito del pregiudizio per cui sarebbe un social tutto figurine frufru, labbra sbaciucchine e influencer parecchio oche.
Insomma cerco di imparare e al momento mi trovo nella fase “sperimentale”. Ovvero:
– Provo tipi di contenuto diversi (destinati, in futuro, a subire una selezione i cui criteri mi sono ancora oscuri), basati sui miei interessi e sulle mie competenze: libri, fumetti, film, serie tv… insomma in generale l’entertainment. Più qualche argomento di contorno legato all’attualità.
– Mi oriento, quando possibile, su una gamma cromatica di colori freddi ma ben saturi (verdi brillanti, azzurri intensi, blu accesi), perché sono quelli che mi piacciono di più e soprattutto mi permettono di giocare con immagini di paesaggi naturali stupendi (scogliere, spiagge, fiumi, ruscelli, montagne).
– Ho riesumato da qualche mausoleo le mie competenze ultra-basiche di Photoshop, che si riducono in buona sostanza a tre concetti: (A) esistono i livelli; (B) posso scrivere sulle immagini; (C) posso contornarle con delle righine o metterle in evidenza con degli sfondi. Qui in Romagna si dice: “piutòst che gnìnt, l’è mèj piutòst” (piuttosto che niente, meglio piuttosto).
– Inserisco, solo una volta ogni tanto, qualche smaccata promozione di Outside e inizierò a inserire anche altre robette mie che si possono leggere in giro (in sostanza racconti pubblicati online oppure su antologie).
– Sbatto la testa di cattiveria sulle celeberrime Instagram Sories: lo strumento più usato, più celebre, più efficace… ma anche quello che nella mia testa non entra e che mi fa proprio sentire ANZIANA a dir poco. Solo l’idea di inserire effetti vari, emoticon che saltellano e scrittine che sbucano da una parte all’altra, mi sembra innalzare così tanto il rischio di cadere nella pacchianeria, da farmi rinunciare all’istante. Sto facendo dei tentativi rigorosamente privati e prima o poi mi butterò… e la settimana prossima i santi di IdexaWeb mi daranno un po’ di consulenza (perché, come direbbe Jemma Simmons, “I’m not good at improvisation; however, I excel at preparation”). Per adesso mi limito a condividere con diverse ore di scarto le stories preparate da altri, in modo da farle vivere più a lungo.
Insomma il mio account Instagram si trova qui: https://www.instagram.com/velma.starling/. Prometto che avrai tutta la mia comprensione nel caso volessi inviarmi qualche mail di imprecazioni miste, per testimoniare di averlo visitato.