Il problema dei tre corpi, di Cixin Liu – Fantascienza
Il problema dei tre corpi è un libro complicatissimo e ciò nonostante capace di calamitare l’attenzione di chi lo legge. A patto di resistere alle parti più cervellotiche e lasciarsi conquistare da quelle più umane e riflessive.
Faccio un passo indietro. Un po’ di tempo fa ho letto un romanzo breve, dal titolo Il sogno cinese, dell’autore Ma Jian: ne avevo parlato in questo post. Nelle pagine di quel romanzo ci sono continui riferimenti e flashback sulla cosiddetta Rivoluzione Culturale, che attraversò la Cina fra il 1966 e il 1976: una specie di movimento politico nato per un rilancio globale del Paese dal punto di vista culturale, sociale ed economico, ma diventato in breve tempo un bagno di sangue, con processi sommari ed esecuzioni improvvisate. Fu evidentemente una fra le pagine più nere della storia cinese, che col tempo ha assunto le sembianze di uno shock collettivo, dall’impatto culturale e sociale devastante; qualcosa di analogo a ciò che per la Germania è stato il Nazismo o a ciò che per l’America Latina sono state le dittature degli anni Settanta, con il conseguente fenomeno dei desaparecidos.
Ecco: Il problema dei tre corpi è scritto dall’autore cinese Cixin Liu, esponente principale di un nuovo filone fantascientifico nato appunto in Cina. Il romanzo, vincitore del Premio Hugo 2015, è un connubio magistrale tra la messa in scena di elementi scientifici (molto difficili, confesso che a volte mi sono scoraggiata) al servizio della narrazione e quella di un filo rosso che attraversa i comportamenti e la mentalità dei personaggi, scavando indietro nel tempo per trovare motivazioni e inneschi psicologici proprio al tempo della Rivoluzione Culturale. Come se quanto accaduto in quei dieci anni fosse diventato un cancro impossibile da estirpare, un peccato originale di cui non è più possibile liberarsi: il che è esattamente la sensazione che si ricava dalle pagine de Il sogno cinese, tipo di romanzo ben diverso. Ma Jian sceglie una storia surreale, impossibile da catalogare sotto un genere letterario preciso; Cixin Liu, invece, si affida alla fantascienza più classica e ambiziosa, mettendo in scena quelle che si direbbero le premesse di un conflitto interplanetario pericolosissimo (la storia, già opzionata da Netflix per una serie tv, prosegue in altri due volumi), la cui genesi si annida negli effetti a lungo termine della Rivoluzione Culturale sul popolo cinese: su chi la vide di persona e su chi la vide nei volti, nei gesti e nelle parole delle generazioni precedenti.
Come in un altro libro meraviglioso che ho letto qualche mese fa, Le ore invisibili di David Mitchell (vedi questo post), anche in Il problema dei tre corpi fantascienza e distopia compiono un percorso esemplare. Ci portano a vedere quelle che potrebbero essere, in un futuro nemmeno troppo lontano, le conseguenze delle nostre azioni ma ci lasciano anche individuare le cause profonde di quelle azioni. E la Storia passata influenza, inevitabilmente, la Distopia futura.