Il libraio sotterraneo, di Guido Quarzo – Librini
Il libraio sotterraneo è un libro per ragazzi molto breve, un librino appunto, un centinaio di pagine e pure scritte belle larghe, di cui io… non ricordo più né quando né come né dove lo abbia acquistato. Vuoto, la nebbia assoluta.
Ci sono tanti libri di cui magari non ricordo il contenuto, eppure spesso ho la memoria del loro acquisto: se li ho preso in libreria (magari quando studiavo a Bologna), se mi sono arrivati per posta, se li ho scovati a un mercatino, se me li hanno regalati, se avevano fatto capolino in edicola… stavolta, niente. Nada. Rien. Nichts. A dirla tutta, l’ipotesi dell’edicola è la più probabile, visto che la mia edizione del Libraio sotterraneo non è la Salani normalmente in commercio, ma un’altra targata “Fabbri Centauria” che potrebbe aver fatto parte di una collana appunto da edicola, magari allegata a qualche settimanale o quotidiano. Anyway… questo librino è un romanzo per ragazzi scritto da Guido Quarzo (uno che di romanzi per ragazzi se ne intende: ha vinto due volte il Premio Andersen ed è stato candidato al Premio Strega Ragazzi) e illustrato da Ilaria Faccioli. Di sicuro era finito in casa mia per vedere se potevo consigliarlo a Mini-Velma, e quando l’ho letto ho trovato qualcosa di molto particolare.
È il classico “libro in cui si parla di libri”, e questo secondo me è un trend degli ultimi anni, trasversale a generi e target, perché dopotutto in un contesto in cui la gente legge nel complesso sempre meno, ma spiccano i lettori forti che invece aumentano la quantità di libri letti in un anno, ecco che tanti romanzi tentano di intercettare questi lettori forti parlando delle loro grandi passioni: libri, biblioteche, librerie, autori, lettori, scrittori, ghostwriter eccetera. Nel Libraio sotterraneo, l’argomento viene trattato con un’ironia garbata che cerca di evitare gli stereotipi, e in più viene descritto con gli occhi di un ragazzino, che attraversa una serie di esperienze a metà fra il surreale e il perturbante.
Meno interessante, secondo me, il collegamento tra il personaggio del signor Cartesio, anziano libraio amico del giovane protagonista Nicolò, e il Cartesio filosofo, quello del Cogito Ergo Sum, alla cui filosofia si accenna fra una pagina e l’altra, ma senza che l’idea riesca davvero a emergere. Dove invece secondo me sta la zampata più efficace dell’autore, è nel motivo per cui a un certo punto, Nicolò sente l’urgenza di scrivere una storia: «Bisogna scrivere il libro, perché le storie fanno succedere cose diverse!» (pag. 71). Diverse dalla realtà, cioè, diverse da quando il mondo ci sbatte in faccia i suoi fatti nudi e crudi, mentre noi vorremmo tanto poter imporre la nostra versione. Ecco, al termine di questa avventura Nicolò scopre che la sua versione non è la realtà; però, può almeno trasformarsi in una storia.
Consigliatissimo per i ragazzi che non vogliono leggere per forza una trama “classica” ma sono disposti a farsi trascinare in un viaggio che ha bisogno di essere interiorizzato a dovere, e anche interpretato.