“Il lettore, il narrare” di Peter Bichsel – Librini
Il lettore, il narrare è un librino scritto dall’autore svizzero (di lingua tedesca) Peter Bichsel, che raccoglie i testi di cinque sue conferenze tenute nel gennaio e febbraio 1982 all’Università di Francoforte. In Italia è stato pubblicato da vari editori: Marcos y Marcos, Giampiero Casagrande Editore, Comma 22.
[“Librini” è una rubrichetta di questo blog, dedicata a volumetti super-agili da leggere d’un fiato.]
Ho pensato di inserirlo nel blog un mesetto dopo aver parlato di un altro “librino sui libri”, ovvero Il libro è quella cosa di Nicola Gardini. Quest’ultimo dedicava molta attenzione al libro in quanto oggetto, in quanto lettura in potenza, in quanto scrigno di possibilità. Bichsel invece si concentra sull’atto del narrare e del fruire di una narrazione, a prescindere dalla forma definitiva “libresca” che essa poi assume (peraltro, al tempo delle sue conferenze, non esistevano ebook né audiolibri).
Bichsel riflette sull’arte del raccontare, citando spesso autori difficili da capire, come Joyce o Goethe, che sono in grado di dirci qualcosa pur senza che li comprendiamo fino in fondo. Sostiene inoltre che l’atto stesso del narrare comporti una sequenza continua di scelte: cosa raccontare all’interno di varie possibilità, e poi quale stile, voce e tono usare. Conta molto, infatti, se a quella narrazione ci si dedica leggendola in solitudine oppure ascoltandola da qualcuno che la declama, cosa particolarmente importante nel caso della narrativa per bambini, di cui Bichsel è autore ed estimatore.
«Dopotutto, il bambino che vuole sentirsi raccontare una storia vuole innanzitutto sentirla raccontare. Il necessario contenuto è il veicolo del racconto, non è il racconto che è il veicolo del contenuto. Il contenuto può anche essere attuale: paure e accuse per le catastrofi e l’ingiustizia, il bene e il male, e tutto ciò può anche avere un valore pedagogico, ma da solo non basta a giustificare questa singolare invenzione degli uomini: le storie, il raccontare storie.»
Il lettore, il narrare, tra esempi e aneddoti, insiste sul fascino e sull’importanza della letteratura nella vita, che risponde a un nostro desiderio innato. Il fatto stesso che, in fondo, molte storie non siano poi tanto originali ma solo riscritture di storie già sentite, conferma che la tradizione del narrare va oltre le limitate possibilità di cosa si possa narrare. «Basterebbero le vecchie storie per permetterci di vivere, ma chi vorrebbe vivere in un mondo in cui […] si producesse soltanto la Storia e non più le storie?»