Hairspray – Soundtrack 5
Hairspray è un musical del 2002, con musiche di Marc Shamain, parole di Scott Wittman e libretto di Mark O’Donnell e Thomas Meehan. La storia è ispirata a quella del film Grasso è bello (in originale sempre Hairspray, 1988) e narra le peripezie di una ragazza sovrappeso che negli anni Sessanta combatte contro i pregiudizi nei confronti del suo aspetto fisico e si schiera contro il razzismo che ancora pervade la società americana.
Ho visto Hairspray dal vivo una sola volta, a Londra, e gli ho dato un’importanza relativa: mi aveva divertita molto e ne avevo colto il messaggio (anche perché bisognerebbe essere dei trogloditi integrali per non coglierlo), ma non mi aveva colpita al cuore.
Invece, di recente, lo ha fatto. Un po’ grazie a una versione cinematografica ben riuscita, con un cast atomico (Queen Latifah, John Travolta, Michelle Pfeiffer, Christopher Walken solo per citare i nomi più famosi), un po’ grazie – purtroppo – a certi chiari di luna che si scorgono di recente un po’ in tutto il mondo.
Sarà anche la tendenza dei mass-media a raccontare più volentieri il male del bene, eppure davanti a fenomeni come il bullismo (in rete e non), la xenofobia che striscia fuori sempre più spesso da sotto le rocce dove dovrebbe stare, l’omofobia che ha trovato un nuovo campione in un tizio qualsiasi come – tanto per dire – il nuovo presidente USA, gli estremismi ideologici della serie “o con noi o contro di noi”… ecco, uno spettacolo che al contrario punta tutto sul concetto di “integrazione, non segregazione”, facendolo pure con una colonna sonora brillante, coreografie scatenate e personaggi di ogni genere, inclinazione e colore, me lo guardo sempre più volentieri. È un’ottima colonna sonora da cui assorbire grandi dosi di energia e la convinzione di poter superare ogni ostacolo – cosa che a un’aspirante autrice fa sempre bene.
Qualche settimana fa l’ho rivisto in televisione insieme a mia figlia. Anche per una bambina di sette anni, che non coglie fino in fondo alcuni passaggi o dialoghi, è chiaro ciò che il film vuole comunicare e per quali ragioni. Se riuscissimo a crescere tante piccole Tracy Turnblad e a ridurre le Amber Von Tussle (leggi qui la trama se i nomi dei personaggi non ti sono familiari), saremmo già un bel pezzo avanti.