Goldrake – Icone 4
Martedì 4 aprile 1978, alle 18:45, io c’ero.
È una delle poche occasioni per le quali mi sento onorata di poter dire questa frase.
Come quelli che possono dire “io c’ero” al concerto dei Pink Floyd a Venezia, “io c’ero” dinanzi alla caduta del muro di Berlino, “io c’ero” quando David Copperfield fece sparire la luna, “io c’ero” al debutto di Cats a Londra…
Ecco: io c’ero quando per la prima volta, sugli schermi della televisione italiana, comparve Goldrake.
Goldrake non è stato solo “un cartone animato”. Ha segnato l’inizio della cosiddetta “invasione giapponese”, ovvero la messa in onda, su qualunque canale e a qualsiasi ora, di centinaia di serie animate provenienti dal Giappone. Ha segnato la fine del duopolio Disney e Warner Bros nell’immaginario dell’animazione di grandi e piccoli, è stato il casus belli su cui sono state combattute battaglie generazionali interminabili, ha alimentato la fantasia di milioni di spettatori parlando loro di temi classici della fantascienza universale (astronavi, battaglie, raggi laser…) e introducendo temi caratteristici della mentalità giapponese (abnegazione, senso del sacrificio, spirito di squadra).
Se davvero esiste una Goldrake Generation, di sicuro io ne faccio parte a tutti gli effetti. Ma tutto sommato ne fa parte anche mia figlia, che l’anno scorso si è impossessata della mia collezione di DVD di Goldrake e se li è guardati tutti dal primo all’ultimo, di sua completa iniziativa. Il buon vecchio Goldrake le supera, le generazioni.
[N.B. Il capolavoro qua sopra è opera di Marco Checchetto, uno dei fumettisti che ammiro di più sulla faccia della terra.]