Flash / Zagor. La scure e il fulmine – Fantascienza
Flash / Zagor. La scure e il fulmine è un volume cartonato che rappresenta il primo di un trittico di cross-over fra alcuni personaggi della Sergio Bonelli Editore e altri della DC Comics. La storia è scritta da Giovanni Masi e Mauro Uzzeo, disegnata da Davide Sanfelice, colorata da Adele Matera e Luca Saponti.
Questa collaborazione fra due case editrici che mai prima d’ora avevano progettato qualcosa di simile, e che gestiscono universi narrativi almeno in apparenza molto diversi, ha giustamente suscitato molto interesse nei lettori di fumetti: un interesse a volte entusiasta e a volte scettico, ma comunque esistente. Dei cross-over finora previsti (arriveranno anche Batman / Dylan Dog e Nathan Never / Justice League), questo onestamente mi sembrava un po’ strano. Flash fa parte di un universo supereroico, indossa un costume ultra-tecnologico e vive in una grande metropoli del XXI secolo; Zagor invece è un western, seppure contaminato da molte derive fantastiche, ambientato nelle terre di frontiera americane della prima metà del IXX secolo. Fermo restando che di stratagemmi per imbastire un cross-over se ne trovano, il rischio è che quel cross-over sembri troppo forzato, perfino per un contesto (come quello dei fumetti di supereroi) in cui la sospensione dell’incredulità è bella forte.
Invece, gli autori hanno fatto un gran bel lavoro, usando l’ormai classica “forza della velocità”, un bacino di energia che permette a Flash (fra le altre cose) di saltellare fra le dimensioni, come tunnel di comunicazione fra i due universi. Inoltre sono ricorsi a un tòpos narrativo ormai abusato ma sempre funzionale in questi casi, cioè ideare una minaccia costituita da più arcinemici degli eroi (in questo caso il dottor Hellingen e Thunderman da una parte, lo scienziato Gorilla Grodd e il velocista Anti-Flash dall’altra), in modo da costringere a loro volte gli eroi ad allearsi. Altro stereotipo usato consapevolmente: l’equivoco iniziale per cui gli eroi se le danno di santa ragione prima di capire che, in realtà, stanno dalla stessa parte.
Troppo classico, al punto da essere quasi scontato come esperimento? Stranamente no. Semmai,a infastidirmi sono stati i tanti spiegoni, soprattutto quelli dei cattivi che sono particolarmente verbosi, ma il resto è ben mimetizzato fra dialoghi brillanti, comprimari numerosi e una storia che regge bene. E poi, diciamolo pure, i disegni di Davide Gianfelice sono superbi, una roba da commuoversi, e ti aiutano a passare sopra ai punti deboli. Insomma io questo volume l’ho apprezzato molto (e sia messo agli atti che ne esiste anche una versione variant, con copertina di Gabriele Dell’Otto, che è uno spettacolo).