Eternals di Chloé Zhao, 10 considerazioni – Fantasy
Eternals, diretto da Chloé Zhao, era una discreta scommessa e in effetti ancora non si è capito se sia stata vincente o meno.
Punti di vista. Come incassi, sta andando benone in tutto il mondo e di sicuro i Marvel Studios, ma soprattutto il loro distributore Disney, si sta rifacendo alla grande dell’investimento. Già si inizia a parlare di sequel (e le premesse narrative ci sarebbero tutte), anche se Chloé Zhao ha dichiarato di non essere certe di volersene occupare. Parere personalissimo: in effetti non ce la vedo a occuparsi di prodotti seriali… però, modo mai dire mai.
Dal punto di vista della critica, invece, alti e bassi: chi lo osanna, chi è rimasto deluso, chi gli dà un votaccio su Rotten Tomatoes, chi si scaglia contro i presunti lati politically correct del film. Ora, se per “politically correct” si intende un cast particolarmente diversificato e inclusivo, tutto ‘sto male non mi pare che ci sia. Se gli Eterni devono assomigliare un po’ a tutti i tipi di terrestri, se devono amalgamarsi fra di loro, ma perché non renderli un po’ variegati, via. Che fastidio dà, una volta che dal punto di vista narrativo non crea forzature o incongruenze?
Comunque, ecco 10 mie piccole riflessioni sul film.
1. Tornando al discorso di poco fa, mi sfugge soltanto come mai Makkari sia non udente: alla luce delle rivelazioni sulle origini degli Eterni (sto cercando di evitare spoiler, si nota?), verrebbe da chiedersi perché i Celestiali avrebbero pensato di servirsi di un’Eterna sorda. Cosa aggiunge, questa particolarità, alla squadra? Che vantaggi ne conseguono? È per renderla immune alla sua stessa arma, il boom sonico? Mah. Ad ogni modo, anche a voler fare le pulci a questa scelta, Makkari è un personaggio così godibile che non starei a preoccuparmi più di tanto.
2. Ero andata a vedere Eternals convinta di apprezzare in particolar modo i personaggi interpretati da Salma Hayek e da Gemma Chan, e invece mi sono innamorata appunto di Makkari (Lauren Ridloff) e di Phastos (Brian Tyree Henry). Mi piace che esistano personaggi concreti, pratici, sereni, senza paturnie devastanti. Perché va bene i supereroi con superproblemi, ma non possono essere tutti pronti per il manicomio.
3. L’unica che potrebbe essere veramente pronta per il manicomio, Thena (Angelina Jolie), parte un po’ in sordina ma poi si ripiglia alla grande. Personaggio da non trascurare. Molto tenero il rapporto fraterno fra lei e Gilgamesh (Don Lee): lui molto cavalleresco, affettuoso, proprio belli da vedere.
4. Tutta la prima parte, in realtà, mi è parsa un po’ in sordina. Eternals è uno di quei film a cui serve tempo per carburare, e d’altra parte se volevano un action-packed-movie dovevano assoldare Michael Bay, non Chloé Zhao. Ci sono storie che devono prendersi i suoi tempi, e mi piace che sfuggano all’odierna ossessione per cui tutto deve cominciare di corsa e proseguire col fiatone.
5. Per quanto brava sia Gemma Chan, non mi pare che il personaggio di Sersi abbia fatto una buona riuscita. Dolce, buona, affettuosa, protettiva, praticamente ‘na santa. Dopo settemila anni di vita, mi aspetterei un carattere più complicato e più travagliato.
6. Mooolto meglio Sprite (Lia McHugh), che davvero vive una condizione surreale e sfiancante, ed è giustissimo che questa cosa, nel film, emerga in più di un’occasione.
7. Le parti più solenni, ovvero quelle dove compare Arishem e quelle in cui Ajak (Salma Hayek) interpreta in modo quasi religioso il suo ruolo di guida spirituale degli Eterni, sono pesanti. Dialoghi ampollosi, una lentezza recitativa esasperante. Ma ho il sospetto che, per quest’ultimo dettaglio, abbia fatto qualche danno anche il doppiaggio.
8. Abbastanza inutile, ma tutto sommato marginale e quindi non troppo fastidioso, l’elemento semicomico interpretato dal maggiordomo di Kingo (Kumail Nanjiani), e in fondo da Kingo stesso. Tutta la parte su Bollywood mi è parsa poco convincente, ma forse da Marvel & Disney non si può pretendere un film troppo cupo, senza spazi per ironia e humour.
9. Bellissima invece sul fronte drammatico l’atmosfera, un po’ alla Superman di Zack Snyder, che circonda Ikaris (Richard Madden). Quando si alza in volo sembra veramente una divinità, un supereroe nel senso di una vera mitologia contemporanea. Pazienza se gli effetti speciali non sono sempre all’altezza, l’importante era dargli quell’aura leggendaria che aiuta anche a costruire il suo conflitto interiore. Anche le tentazioni superumane di Druig (Barry Keoghan), e intendo superumane nel senso in cui le intenderebbe Nietzsche, sono inquietanti proprio come devono essere.
10. Se Sersi rimanesse davvero nel MCU, e Black Knight (Kit Harington) vi facesse davvero il suo ingresso, e se gli sceneggiatori dovessero decidere di ispirarsi a qualche vecchia storyline fra le tante disponibili in quasi 60 anni di fumetti degli Avengers… allora un nuovo gruppo di Avengers lo vedrei molto, ma molto bene.
La chicca: a quanto pare, nel Marvel Cinematic Universe, esiste un personaggio di fantasia, di cui i bambini conoscono le storie (non è dato sapere se dai fumetti o dalla tv o dal cinema), che si chiama Superman. E che in borghese si chiama Clark. Lo apprendiamo dalle parole del figlio di Phastos, ed è un momento goduriosissimo del film. ^_^