Delta Goodrem – Soundtrack
Delta Goodrem è, volendo usare un’espressione secca e insufficiente, la Pausini australiana. Nel senso che è una cantante e compositrice arcinota nel suo paese di origine, con notevoli qualità vocali, che ogni tanto combina qualcosa anche nel resto del mondo. Cercando però di essere meno banali, ti racconto qualcosa in più.
Mi ci sono imbattuta per la prima volta gironzolando su YouTube e scoprendo un brano intitolato “The Analyst”, che inizia con un arpeggio di pianoforte e prosegue con una melodia non scontata, soprattutto non il solito meccanismo strofa-ritornello-strofa-ritornello-ponte-ritornello ma qualcosa di un po’ più elaborato. Anche il testo era particolare, parlava di una ragazza che ascolta e analizza ossessivamente qualunque cosa ascolti o legga, fino a perderci il sonno: un argomento bizzarro, ho pensato, e ho fatto qualche ricerchina online per capirci di più. Bè, la spiegazione è che a Delta Goodrem è stato diagnosticato un tumore a diciotto anni (da cui per fortuna è guarita) e ha poi scritto la canzone pensando a come, nel periodo della malattia, le venisse naturale fare attenzione a ogni minimo dettaglio nelle parole dei medici, nei testi dei referti, nelle reazioni del suo corpo alle terapie.
Molti altri pezzi sono, sinceramente, meno ricercati: eppure mi sembra di scorgere il desiderio latente di andare oltre la musica mainstream (che pure è quella utile a procurare fama e successo) e di optare, ogni tanto, per un percorso diverso. Ad esempio l’ostinazione nell’usare il pianoforte come strumento principale, il ri-arrangiamento unplugged nel 2013 di svariati brani prodotti dieci anni prima, la collaborazione con la rapper americana Gizzle…
…e la composizione di un brano straziante e vocalmente impegnativo come “Heavy”, che all’autrice è stato ispirato da un semplice e passeggero momento di difficoltà professionale ma può anche sembrare un riferimento alla depressione. Il video consiste in una semplice, unica presa diretta in bianco e nero senza effetti speciali né montaggio, e ha un sapore essenziale che adoro.
Insomma mi risulta facile rilassarmi e trovare ispirazione in una “Delta Goodrem playlist”. Certo, ogni tanto sbucano brani pop che più pop non ce n’è, e alcuni sono quanto di più semplice e mainstream possa esistere. Devo ancora decidere, nel live di “Wings”, cosa sia più pacchiano fra gli applausi a comando, le violiniste top-model e il manzo palestrato che suona il tamburo sopra il cubo…
…poi però sbucano ballad toccanti e consapevoli come questa “Not me, not I” e allora mi sento meglio e riesco a perdonare le tamarrate. ^__^