C’era una volta il libro
C’era una volta il libro è il nome della mostra mercato dedicata a bibliofili e collezionisti dove ho trascorso un paio d’ore la scorsa domenica pomeriggio, insieme alla collega di scrittura Mik. Si svolge due volte l’anno a Cesena, in concomitanza con la mostra mercato mensile di oggettistica vintage e antiquaria.
L’aspetto più interessante di questi mercatini è, naturalmente, l’occasione di acquistare libri a prezzi scontatissimi o, per chi ama il libro d’epoca, scovare volumi da collezione. Ho visto diverse pubblicazioni che risalivano ai primi del Novecento o anche del secolo precedente, senza contare le stampe (mappe, panorami, araldica, illustrazioni…). Meno male che fra le mie ossessioni collezionistiche non c’è anche quella, o sarei rovinata. A proposito, sono stata BRAVISSIMA a non perdere ore e ore spulciando i due banchi che vendevano fumetti, e mi sono quasi commossa nel vedere, fra gli albi esposti, alcuni che ricordavo da quando ero piccola, pubblicati dalla Corno. Adesso non li ricomprerei mai, ci sono ottime ristampe cronologiche delle varie testate, ma la sensazione di sfogliarli e pensare “questo ce l’avevo anche io” è sempre piacevole.
Quanto al bottino, è consistito in ben cinque libri usati, per la folle cifra di 9 euro complessivi. È vero che magari quei soldi non li avrei spesi se non mi fossero capitati sotto il naso libri che mi incuriosivano, ma è altrettanto vero che almeno uno di quei libri l’avrei sicuramente acquistato prima o poi, pagandolo il suo prezzo di copertina che è ben più di 9 euro. Quindi, bene così.
Nell’ordine:
Spingendo la notte più in là, di Mario Calabresi (ed. Mondadori, collana Strade Blu, 2007): è quello che prima o poi avrei voluto comunque procurarmi, perché di Mario Calabresi un po’ alla volta vorrei leggere l’opera omnia. Qui si parla della sua e di altre famiglie che sono state profondamente ferite dal terrorismo e dall’aver perso uno o più dei propri cari per morte violenta; tra chi insegue la giustizia, chi si chiude nel dolore, chi sprofonda nella rassegnazione.
Il Fantasma dell’Opera, di Gaston Leroux (ed. Newton & Compton, 1998): è ovviamente il romanzo gotico da cui è stato tratto il celebre musical di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Vide la luce a puntate su un quotidiano francese tra il 1909 e il 1910, poi fu raccolto in volume. Non ho idea se sia uno di quei romanzi che invecchiano male, se la traduzione di questa edizione sia accurata… ma considerato quanto è bello il musical, prima o poi il romanzo va letto.
I druidi – Sacri maghi dell’antichità, di Stuart Piggott (ed. Newton & Compton, collana Misteri Della Storia, 1998): un libro di saggistica appunto sui druidi, con un discreto corredo iconografico. Il testo originale risale alla fine degli anni Sessanta e non ho idea di quanto la trattazione dell’argomento sia approfondita o scientificamente condotta. In ogni caso, mi fa piacere inserirlo fra i volumi di documentazione, per quando dovesse servirmi qualche spunto.
Antologia scolastica, a cura di Isaac Asimov (collana Biblioteca di Urania, ed. Mondadori): e questo è fantastico. Asimov, partendo dal presupposto che la fantascienza sia un utile mezzo di conoscenza per le nuove generazioni riguardo alle materie STEM, così le chiameremmo oggi, sceglie quindici racconti di autori vari (fra gli altri compaiono Henlein, del Rey e Bixby) e li commenta uno ad uno, mettendo in evidenza i concetti scientifici e la loro applicazione narrativa. Un grande.
Il segreto del Bosco Vecchio, di Dino Buzzati (ed. Mondadori, collana Oscar): un romanzo breve che appartiene a quella narrativa del fantastico di cui Buzzati fu uno dei principali esponenti insieme a Landolfi e a Manganelli. Lo leggerò presto, pregusto una rara intensità di forma e di sostanza. Bonus aggiuntivo, il libro è pieno di note e di appunti scritti da una ragazza (così desumo dalla calligrafia) che lo ha usato come testo di studio, forse per una tesina o un esame. Il genere di cosa che piace a me. ^__^