Carnival Row – Fantasy
Carnival Row è una miniserie in otto puntate, di ambientazione fantasy-steampunk, disponibile sul Amazon Prime. I protagonisti sono Orlando Bloom nel ruolo dell’ispettore di polizia Rycroft Philostrate detto Philo, e Cara Delevingne nel ruolo di una fata di nome Vignette. Il presupposto della serie è infatti la coesistenza, non tanto pacifica, fra gli umani e i Fae, cioè i popoli incantati: pixies, puck, coboldi eccetera. Molti di loro vivono a Burgue (che a occhio e croce è una Londra vittoriana ma ancora più tenebrosa, costituita per la maggior parte da quartieri umili e brulicanti di povera gente, mentre pochi privilegiati abitano nelle nobili palazzine dei sobborghi) e in particolare a Carnival Row, nel cuore del quartiere di malaffare.
La serie mi è piaciuta molto e attenderò volentieri la seconda stagione, che pare sia già stata approvata. Scenografie e costumi sono inquietanti, l’ambientazione nella città grigia di Burgue è più realistica di quanto immaginassi. La storia, oltre alle relazioni fra i personaggi e all’indagine poliziesca, affronta soprattutto la mancanza di integrazione fra etnie diverse e le angherie a cui i più deboli sono sottoposti: l’avessero realizzata in Italia, sarebbe stata un chiaro atto d’accusa verso le recenti politiche sull’immigrazione (argomento che comunque va per la maggiore anche negli USA, viste le posizioni di Trump).
Come spesso mi succede, trovo alcuni comprimari più interessanti dei protagonisti: c’è in particolare un enorme margine di crescita per Imogen Spurnrose e per Sophie Longerbane, rampolle di buona famiglia che hanno dentro di sé molto più di quel che mostrano (anche se una ha, in apparenza, un carattere meno battagliero dell’altra). Affascinante mister Agreus, intrigante la signora Piety Breakspear. Quanto ai protagonisti, lui è il classico eroe buono ma tormentato, che scopre di essere connesso in modo molto personale ai delitti su cui sta indagando; lei è una ribelle sfrontata che non si fida più di nessuno dal giorno in cui le hanno spezzato il cuore.
Difetti? Ci sono scene splatter gratuite e passaggi di sceneggiatura troppo disinvolti (ad esempio, Philo viene a sapere di alcuni guai in cui Vignette si è cacciata, perché passa per caso accanto allo sportello di polizia dove gli ex-datori di lavoro di lei stanno sporgendo denuncia). Menzionerei anche i parallelismi forzati e inutili fra la religione cristiana e il culto locale: invece che a Cristo si fa riferimento al cosiddetto Martire, il quale non è un uomo crocifisso bensì un impiccato. Mah.
Il dettaglio che mi ha intenerita? Una storia d’amore che nasce in una biblioteca. ^_^