“Buona Apocalisse a tutti!” di T. Pratchett e N. Gaiman – Fantasy
Buona Apocalisse a tutti! è un romanzo urban fantasy di Terry Pratchett e Neil Gaiman, uscito in inglese nel 1990 e in italiano nel 2007. Vegetava in libreria da anni e anni, nell’attesa che mi decidessi a prenderlo in mano.
A conti fatti, rimpiango di non averlo letto in lingua originale: credo che avrei colto diverse battute e gag difficili da tradurre in italiano. A proposito, l’edizione Mondadori che ho io, ovvero la primissima, contiene molti ma davvero molti refusi; spero che nell’edizione più recente, intitolata Good Omens come l’originale, in coincidenza con l’uscita della serie tv (con la quale condivide grafica e immagine di copertina), siamo state effettuate le dovute correzioni.
È una storia leggera, a tratti grottesca, ironica, umoristica, ricca però di riflessioni a volte caustiche e a volte benevole sul consorzio umano e le sue abitudini, oltre che sulle contraddizioni e i tanti argomenti irrisolti delle religioni rivelate. Tra personaggi che nonostante la buona volontà non ne imbroccano una, e altri che mescolano senza ritegno mitologie bibliche e leggende metropolitane, la trama accompagna due improbabili amici e alleati in una missione abbastanza impossibile.
Penso di aver adorato questo romanzo fin dalla prima pagina… o era la terza? Insomma quando il diavolo tentatore, quello di Eva e della mela, ricorda appunto il suo ruolo nella cacciata dall’Eden. «A me hanno detto soltanto: “Sali e combina qualche casino”.» Lì ho capito che era un libro con cui avrei trovato del feeling. Senza contare l’elenco dei personaggi, inserito all’inizio come succede nei più voluminosi e classici dei romanzi familiari. Conosciuti un po’ alla volta nel corso della storia già sono notevoli; letti tutti in fila, sembrano veramente la Corte dei Miracoli., tanto che ci si chiede come possano stare insieme coerentemente in un’unica trama. Eppure ce la fanno.
A questo si aggiungano due autori ben capaci di tenere una penna in mano, con leggerezza e mestiere; un umorismo mezzo yankee e mezzo british da spanciarsi; e infine un insieme di equivoci, coincidenze, distrazioni e botte di jella che fanno girare le pagine a velocità warp. Dopotutto, la posta in gioco… è solo la fine del mondo.