Buck e il Terremoto
Buck e il Terremoto è il titolo di un’antologia a tema lupesco, nella quale compare anche un mio breve racconto intitolato “La lupa della grotta”. Si tratta di un’iniziativa di beneficenza, infatti il ricavato delle vendite del libro sarà devoluto alla raccolta fondi della Croce Rossa Italiana per le persone in difficoltà a seguito del sisma che lo scorso agosto ha distrutto Amatrice e Accumoli.
Tutto è cominciato quando Serena Bianca De Matteis, un’autrice indie che seguo via social network, ha pubblicato il suo primo romanzo, Buck (che già dal titolo mette in evidenza la sua inclinazione lupesca) e di lì a poco anche questo post su un suo blog, che iniziava così: “Allora, Buck ed io ne abbiamo parlato a lungo, questa notte. Lui diceva che non poteva restare indifferente a una cosa così triste accaduta in Centro Italia, dove vivono così tanti suoi parenti lupeschi. Io ero assolutamente d’accordo.”
E io penso: fico, questa vuole mettere insieme un’antologia di beneficenza. Non è certamente l’unica, niente di nuovo sotto il sole, ma ‘sta storia di Buck e dei parenti lupeschi mi attira. Vediamo i requisiti.
“Lunghezza massima 1.000 parole.
Tema: lupi, cani, animali d’affezione, rapporto uomo – natura, terremoto, storia e tradizioni dei paesi colpiti, piccoli gesti di grande coraggio.
Requisito imprescindibile: deve essere una storia con un messaggio di speranza e/o solidarietà e/o amore in tutte le sue forme. Per questa volta il cinismo, l’acidità e il male di vivere li lasciamo perdere, eh?”
Ora, tu che mi segui da qualche tempo sui social e su questo blog, puoi immaginare com’è andata.
Reazione numero uno: Azz. Mille parole. Pochine! Cattiva! Uffa!
Reazione numero due: Natura! Pelosi! Bello! Voglio! Io io io io!
Reazione numero tre: Amore e speranza? Aaargh! No! Denti cariati! Diabete incombente! Impossibile! Inaffrontabile! Io no, io no, io no, io no!
Poi mi è tornata in mente quella volta che Annamaria Testa, durante il workshop di due anni fa al festival di Internazionale, mi affibbiò un esercizio allucinante: usando un tema da lei abbozzato, dovevo raccontare una storia brevissima, a lieto fine, che non prevedeva conflitti. Praticamente un paradosso della narrativa. Che ç@%%0 di storia puoi raccontare, se non c’è un ostacolo, un dilemma, un litigio, un problema, insomma qualcosa?
Però, però: alla fine ci ero riuscita e, guardacaso, anche quella volta ci avevo messo di mezzo dei lupi. E avevo perfino accennato a un evento di beneficenza! Leggi questo vecchio post se non ci credi. Insomma, a modo mio, Buck e io eravamo già amici.
[Inciso: prima che tu me lo chieda, la risposta è sì, ovviamente anche con quell’altro Buck, quello più famoso, c’è sempre stato un rapporto affettuoso. E ancora di più con suo fratello Zanna Bianca. Come dire, Jack London forever. Fine dell’inciso.]
Morale della storia, mi sono detta che la cosa era fattibile, dovevo prenderla come una sfida e affrontare Buck a muso duro. E ci ho provato. Per sicurezza ho di nuovo messo in mezzo il Gruppo Iene (vedi in fondo a questo post della settimana scorsa), oltre alle altre due beta-reader storiche, Hilda e Roberta. Le iene mi hanno fatto un po’ di pulci ma anche tanto tifo. Hilda mi ha riempito la bozza di segni rossi, Roberta era un po’ indecisa e alla fine ha chiesto al suo consulente di fiducia: il figlio. È stato lui a darmi il “visto si stampi” (Gabriele, ti devo una pizza o qualcosa del genere, vedi tu).
Quindi, ecco qua: un’altra antologia con un mio contributo. Grazie a Serena e Buck, i quali hanno deciso che il racconto per loro poteva andare bene. Credo ci fosse di mezzo anche un aiutante di nome Balù, sempre grosso e peloso.
Però, e qui finiamo di scherzare, adesso anche tu devi fare la tua parte: ovvero, vai a questo link di Amazon e compra l’antologia. O adesso che c’è solo la versione digitale, o più avanti quando ci sarà anche il cartaceo. In entrambi i casi, noi che ci abbiamo lavorato non teniamo nemmeno mezzo soldino, quel che si guadagna va tutto alla raccolta fondi della Croce Rossa per i paesi colpiti dal terremoto.
Come direbbero in uno spot pubblicitario: basta un click.
Ma siccome so che hai la memoria corta e te ne potresti dimenticare, nei prossimi mesi provvederò a ricordartelo inserendo post con brevi interviste agli autori degli altri racconti. Così li conoscerai meglio, scoprirai cose interessanti sul loro modo di lavorare, acquisterai Buck e il Terremoto, e saremo tutti felici. Si comincia questa domenica con la prima intervista, e posso già dirti che è sensazionale.
CIAO! Sono anch’io tra gli autori di Buck e il terremoto e sto andando in giro per i blog a fare amicizia.
Un caro saluto.
Ricambio il caro saluto!
V.
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