Aprile 2016: Camp NaNoWriMo
Ti ricordi che lo scorso novembre avevo partecipato al National Novel Writing Month? (in questo post ti spiegavo di cosa si trattava, mentre in quest’altro tiravo le fila dell’esperienza). Bene, è in programma per il mese di aprile un Camp NaNoWriMo, ovvero una sorta di mese di allenamento. Un po’ per far fruttare il lavoro del novembre scorso, un po’ per farsi le ossa in vista del novembre prossimo.
Due le differenze fondamentali rispetto al NaNoWriMo tradizionale.
Primo: a seconda del genere a cui ci si dedica, o dell’obiettivo che ci si è prefissati, o di altri parametri a libera scelta, ci si può iscrivere a delle “cabine”. Ciascuna cabina può contenere fino a un massimo di 12 utenti, accomunati appunto dallo stesso interesse di scrittura. La cabina (che sullo schermo assume la fisionomia di un forum) diventa un luogo per scambi di consigli, richieste di aiuto, beta-reading, pacche sulle spalle. Insomma una piccola community mirata e finalizzata al supporto reciproco.
Secondo: l’obiettivo finale non sono 50.000 parole per tutti. Ciascun partecipante sceglie il proprio obiettivo, in base alle sue esigenze e alle sue priorità. C’è chi vuole dare vita a un progetto nuovo, chi vuole sottoporre a editing una prima stesura, chi vuole completare un testo già iniziato. È il mio caso. Mi mancano circa 25.000 parole per completare il primo volume di The Silent Force e ho deciso che, salvo cause di forza maggiore davvero catastrofiche, voglio arrivarci per fine aprile. Quindi il Camp è arrivato al momento giusto e ho settato il mio obiettivo proprio su 25.000 parole.
Se ho imparato qualcosa dal NaNoWriMo dello scorso novembre, è di non farmi cogliere impreparata, altrimenti piazzarsi con entusiasmo ai blocchi di partenza e buttarsi in uno sprint da campionessa olimpionica può sortire anche effetti indesiderati. In questi giorni sto quindi preparando scalette, smaltendo beta-reading per altri wannabe writers, scrivendo post per il blog da pubblicare a cadenza bisettimanale, allontanando attività che mi toglierebbero concentrazione. Al tempo stesso, ne sto programmando altre che so essere compatibili con la scrittura: ad esempio, devo riordinare in libreria una montagna di fumetti e dischi e lo farò appunto in aprile. Spesso, l’ordine esteriore è un buon input per quello interiore. La mente si rilassa, si sente più sgombra e ricettiva. L’arrivo della bella stagione dovrebbe consentirmi anche qualche passeggiata, utile a sgranchire gambe e schiena, svuotare la testa e rilasciare endorfine.
All’inizio di maggio ti saprò dire com’è andata.